Solo tra dieci giorni sarà chiaro se per la Cmr di Filo d’Argenta si potrà proseguire sulla strada già tracciata del concordato preventivo oppure se si passerà alla procedura di fallimento e alla conseguente apertura di un’inchiesta. Il 7 aprile, infatti, il collegio del tribunale di Ferrara composto dal presidente Pasquale Maiorano e dai giudici Stefano Giusberti e Paolo Sangiuolo dovrà esprimersi sulla revoca del concordato preventivo chiesta dal commissario Raffaella Margotti, che avrebbe ravvisato una situazione contabile non aggiornata e operazioni compiute predentemente all’avvio dell’amministrazione ordinaria che potrebbero avere risvolti penali. Il collegio dovrà contestualmente pronunciarsi anche sulla memoria depositata dai legali della Cmr con la quale si è corso ai ripari. La situazione contabile – sostengono i liquidatori – è stata infatti aggiornata al 10 novembre 2010 (data di presentazione della domanda di concordato) e sulla base dei dati contabili emersi e delle cessioni di rami d’azienda autorizzate dal giudice delegato i nuovi numeri “confermano i valori percentuali del Piano e tendono ad un leggero miglioramento”. Sulle vendite di immobili e sulle operazioni messe in dubbio dal commissario invocando l’articolo 173 della legge fallimentare e ipotizzando possibili reati, i liquidatori di Cmr con i loro legali ritengono di “aver chiarito in modo esaustivo” tutte le questioni sollevate e hanno precisato “l’operato è legittimo e completamente esente da profili fraudolenti”.
Ieri mattina, oltre all’udienza con la quale il collegio giudicante ha ascoltato le ragioni della Margotti e della Cmr, fissando la decisione al 7 aprile, si è tenuta anche l’adunanza dei creditori (circa 2500 nel complesso) che avrebbero dovuto esprimersi sul concordato. In questo caso tutto è stato rinviato all’8 giugno per il voto, che potrebbe rivelarsi inutile nel caso il collegio, tra dieci giorni, accogliesse la richiesta di revoca del commissario Margotti.
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