Alice Bassoli presenta il suo libro “La ninnananna degli alberi”
Venerdì 3 maggio alle ore 18 presso la Biblioteca di Formignana prende il via la rassegna letteraria "Primavera d'autore" organizzata dalle biblioteche del Comune di Tresignana
Venerdì 3 maggio alle ore 18 presso la Biblioteca di Formignana prende il via la rassegna letteraria "Primavera d'autore" organizzata dalle biblioteche del Comune di Tresignana
Sabato 27 aprile, alle ore 20.30, sul palcoscenico del Teatro 900 di Tresigallo, si esibiranno gli allievi della Accademia Musicale di altro perfezionamento lirico "G.Verdi" di Parma, diretta dal M° Zhang Chaojung formati dalla docente Maria Cristina Osti
Tutti assolti per non aver commesso il fatto. Si è concluso con nulla di fatto il processo a carico di quattro persone accusate di aver partecipato alla rissa scoppiata a Formignana il 27 agosto del 2018
Un giovane di Tresignana ha bisogno di una donazione di midollo osseo da parte di un giovane compatibile di età compresa tra i 18 e i 35 anni. La Curva Ovest organizza la raccolta dei campioni salivari per poter trovare una persona compatibile
Sabato 20 aprile alle 10.30, accanto al campo sportivo di Final di Rero, si terrà l’inaugurazione della nuova area sgambamento cani
Tresigallo. In vista della manifestazione nazionale “Giù le mani dalla Costituzione” organizzata da Art.21, alla quale “Democrazia e Legalità” aderisce, è stato organizzato l’incontro di questa sera alle 20.30, nella Casa della Cultura di via del Lavoro, 2.
L’appuntamento sarà aperto dal saluto di Maurizio Barbirati, sindaco di Tresigallo. Seguiranno gli interventi dell’avv. Franco Romani, presidente Camera Penale Ferrarese; avv. Patrizia Micai del Foro di Ferrara; dott. Angelo Contini, economista, dottore commercialista – revisore legale; dott. Vincenzo Musella, economista, dottore commercialista – revisore legale.
“Di fronte ad un Presidente del Consiglio che dice “questa volta nessuno mi potrà fermare” – affermano gli organizzatori -, usando tono e parole da resa dei conti più adeguati ad un film d’azione degli anni ’80 (un brutto film, tra l’altro) che ad un civile dibattito istituzionale, le possibilità sono poche. Noi pensiamo, con tutte le umane imperfezioni delle nostre parole e dei nostri intenti, con tutta la confusione, l’incertezza, le contraddizioni, le paure del caso, che un discorso del genere sia eversivo. Eversivo perché quel “nessuno” comprende pezzi di istituzioni come Corte Costituzionale, Consiglio Superiore della Magistratura, Parlamento, Presidenza della Repubblica; comprende pezzi del paese come l’Università, le redazioni dei giornali, i blogger, i teatri. E queste cose non sono “nessuno”: sono ciò che contribuisce a rendere l’Italia una democrazia. E, quando si parla di istituzione, bisogna ricordare che sono ben più importanti delle persone che le rappresentano. Sono edifici i cui inquilini cambiano periodicamente, magari dimostrandosi non all’altezza, ma le fondamenta di questi edifici devono essere maneggiate con estrema cautela: di sicuro non possono essere trattate come un ostacolo dai rappresentanti di altre istituzioni. Ogni volta che ciò succede esse vacillano, e ogni volta si rischia un crollo. E in Italia, negli ultimi vent’anni, esse hanno vacillato di continuo, tanto che ormai molti pensano che sia normale. Invece non lo è, non lo è mai. Non è con questo spirito che sono state erette. È per questo che abbiamo deciso di mobilitarci”.
L’entrata è libera.
All’entrata sarà ben visibile il discorso di Pietro Calamandrei alla Camera il 7 marzo 1947: “Io mi domando On. Colleghi, come i nostri posteri fra cento anni giudicheranno questa nostra Assemblea Costituente, se la sentiranno alta e solenne come la sentiamo noi oggi. Credo che i nostri posteri sentiranno più di noi tra un secolo che da questa nostra Costituente è nata veramente un’altra Storia, e s’immagineranno che in questa nostra Assemblea mentre si discuteva della nuova Costituzione Repubblicana,seduti su questi scranni non siamo stati noi uomini i cui nomi saranno cancellati, ma sia stato tutto un intero popolo di uomini morti che noi conosciamo ad uno ad uno,caduti nelle nostre file,nelle prigioni,sui patiboli,nelle pianure,nelle steppe,nelle sabbie africane, nei mari… Da Matteotti a Rosselli,da Amendola a Gramsci,fino ai giovani partigiani. Essi sono morti senza retorica,senza grandi frasi,con semplicità,come se si trattasse di un lavoro quotidiano da compiere, un grande lavoro che occorreva per restituire all’Italia libertà e dignità. Di questo lavoro si sono riservati la parte più dura e più difficile,quella di morire,di testimoniare con la resistenza e la morte la fede nella giustizia. A noi è rimasto un compito cento volte più agevole,quello di tradurre in leggi chiare, stabili ed oneste il loro sogno, di una società più giusta e più umana. Di una solidarietà di tutti gli uomini alleati a debellare il dolore. Questo chiedono i nostri morti non dobbiamo tradirli”.
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