Naomo Lodi indagato per peculato. Già chiuse le indagini
Nicola Lodi, detto Naomo, dopo la condanna in primo grado a 2 anni e 10 mesi per induzione indebita, rischia di affrontare un ennesimo processo penale. Questa volta l'accusa è di peculato
Nicola Lodi, detto Naomo, dopo la condanna in primo grado a 2 anni e 10 mesi per induzione indebita, rischia di affrontare un ennesimo processo penale. Questa volta l'accusa è di peculato
Si è schiantato sui prati di Palmirano, a poche centinaia di metri dall'ospedale di Cona, un ultraleggero guidato da un uomo di 66 anni. La chiamata ai vigili del fuoco e alla Polizia di Stato è arrivata intorno alle 11.45. A dare l'allarme sono stati alcuni automobilisti di passaggio
Fondamentale per la sentenza è stato il riconoscimento dell'assenza di "problematiche relative alla meritevolezza". La libera professionista non aveva infatti contratto debiti in modo irresponsabile, ma era stata travolta da eventi esterni ritenuti a lei non imputabili
Era stato querelato per diffamazione dall'azienda per la quale lavorava a Bondeno ma il Tribunale di Mantova lo ha assolto perché il fatto non costituisce reato ritenendo la volontà di diffamare "palesemente assente"
Continua il problema dello spaccio in Gad e la conseguente opera di deterrenza delle forze dell'ordine. I carabinieri, transitando nei pressi del parchetto di via Porta Catena, nota un giovane che si avvicina a un uomo seduto su un muretto del parco.
Assolto dall’accusa di falsa testimonianza perché il fatto non sussiste e assolto dalle accuse di favoreggiamento e omissione d’atti ufficio perché il fatto non costituisce reato. È la pronuncia del tribunale collegiale di Ferrara, composto dal presidente Matellini con a latere i giudici Rizzieri e Attinà, dopo un’ora di camera di consiglio.
Dopo le tre condanne in rito abbreviato, il primo grado del processo Aldrovandi bis si conclude con l’unica assoluzione per l’ex capo turno delle volanti, Luca Casoni, che la mattina del 25 settembre 2005, quando moprì Federico Aldrovandi, si recò in via Ippodromo.
Determinante nella sentenza del tribunale è stata la diatriba tra il pm Nicola Proto e l’avvocato della difesa Alberto Bova attorno alla famosa telefonata tra Casoni e il centralinista Marcello Bulgarelli e la parola “stacca”. Parola che, come emerso in dibattimento, non sarebbe mai stata pronunciata.
Nell’edizione di domani di Estense.com i dettagli dell’udienza.
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