Economia e Lavoro
1 Novembre 2010
Nel mirino degli inquirenti i progetti immobiliari firmati Vegagest

A Milano la procura indaga sui cantieri Carife

di Redazione | 2 min

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Dopo la sanzione di Bankitalia verso i componenti dell’ex cda della Cassa di Risparmio di Ferrara per i rilievi in particolare sui fondi immobiliari Aster e Calatrava dei cantieri di Santa Monica a Segrate Milano, ora un’altra brutta notizia arriva in Corso Giovecca.

La procura di Milano ha aperto un’inchiesta, coordinata dal pm Gaetano Ruta e seguita dal Nucleo speciale di polizia valutaria della guardia di finanza, su due mega progetti immobiliari: uno a Segrate (Milano Santa Monica), l’altro in via Adda a Milano (MiLuce). Due iniziative firmate da Vegagest immobiliare Sgr e da due suoi fondi immobiliari riservati (Aster e Calatrava). Vegagest è la società di gestione del risparmio la cui azionista di maggioranza è Carife, che ne detiene il 30,52% delle quote.

La notizia arriva dal “Sole 24Ore”, che parla di “voragini contabili”. Nel mirino degli inquirenti sarebbero finiti il caso dei lotti di Segrate, a Santa Monica, quando, già nel luglio scorso, avrebbero dovuto essere consegnate le prime abitazioni agli acquirenti che avevano già consegnato le caparre, ma che invece sono ancora in attesa di essere completati.

Si ricorderà che da Segrate il caso era rimbalzato a Ferrara lo scorso maggio, quando gli assegnatari dell’edilizia convenzionata hanno partecipato a un corteo a Ferrara (vedi foto), davanti alla sede della società di gestione del risparmio fino alla sede di Carife.

Sempre il “Sole” ricorda come “il legame tra il gruppo Siano, Vegagest e la Cassa di risparmio di Ferrara è di lunga data”. “Sembra – continua l’articolo – sia stata proprio questa liaison, a provocare il golpe che nell’estate 2009 ha portato alla chiusura del rapporto decennale tra la banca e il suo ex direttore generale Gennaro Murolo”. Murolo diede le dimissioni a pochi mesi da un’ispezione di Banca d’Italia e fu sostituito da Giuseppe Grassano, banchiere considerato vicino a Palazzo Koch.

E proprio dalla Banca d’Italia era arrivata la sanzione per irregolarità nella gestione dei crediti. Tra questi ci sarebbero 140 milioni di affidamenti concessi ai costruttori dei cantieri milanesi.

“Un canale di finanziamento quasi a fondo perduto – sottolinea il quotidiano di Confindustria – che sembra la reale ragione dell’azzeramento del vecchio management della banca”.

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