L’amministrazione estense deve cercare di rapportarsi in termini paritari con Hera, per non subire passivamente il peso politico di quella che con 4 miliardi di fatturato si pone come la seconda multiutility quotata in borsa a livello nazionale.
Se Hera è infatti “un ottimo gestore industriale dei servizi”, come la definisce il sindaco Tiziano Tagliani, non dobbiamo esserne succubi. Non soltanto in ambito contrattuale, ma anche in ambito politico il Comune di Ferrara deve infatti confrontarsi con la multiutility di via Diana.
È questo, in estrema sintesi, il messaggio che arriva dallo spazio dibattiti della Festa Pd del Barco, dove durante l’appuntamento di mercoledì 7 si sono messi a confronto costi e benefici relativi al rapporto dell’amministrazione comunale con l’azienda.
Tagliani ha evidenziato come il Comune abbia già incassato diversi degli impegni assunti da Hera in fase di gara per l’assegnazione dei servizi. Sono stati investiti 140 milioni di euro nel servizio idrico, sono state ridotte di circa il 10% le perdite in rete. Nel ramo della pubblica illuminazione l’amministrazione ha ottenuto uno sconto di 550mila euro sui costi di fornitura e 2 miliardi e mezzo di investimenti, di cui Hera si è fatta carico.
Accanto a questo ci sono i ricavi ricordati da Paolo Paramucchi, presidente della Holding Ferrara Servizi. La holding detiene il pacchetto azionario del 2,13% di Hera (ovvero 23.800.000 euro di azioni Hera non cedibili fino al 2012), che porta a 1.800.000 euro di rendimento, in parte trasferito in termini di utili al Comune.
Le zone d’ombra riguardano invece le pecche di efficienza riscontrate in casi come l’emergenza neve e il piano contro i temporali o la pulizia strade. Il problema principale – hanno sottolineato i relatori – dipende dal fatto che a fronte di un notevole incremento territoriale c’è stato un decremento delle risorse disponibili: insomma non è possibile far fronte con pochi mezzi a situazioni di emergenza sempre crescenti.
Leonardo Malatesta, dirigente tecnico di Ato 6, l’autorità che per i 26 Comuni della Provincia organizza il servizio idrico integrato ed il servizio rifiuti, ha tracciato invece il quadro normativo, tuttora non definito – “si sta veleggiando verso l’ignoto” -, entro cui si inserisce l’evoluzione strutturale e tecnica dell’autorità. Il dirigente Ato6 ha evidenziato il ruolo economico ma anche di tutela ambientale dell’Ambito: “Il nostro pungolo è di perseguire obiettivi di raccolta differenziata. Attualmente siamo al 47% e entro il 2012 dovremo raggiungere il 65%”. Sul fronte dei rifiuti Malatesta evidenzia che in 5 anni le tariffe sono rimaste “inalterate, perché da un budget iniziale di 24.444.000 euro siamo arrivati a 25milioni di euro”. Incrementando del 30% lo spazzamento nell’entromura e del 10% la raccolta differenziata, aggiunge. Relativamente al servizio idrico, “dal 2004 – ha fatto il punto Malatesta -, a fronte di un aumento del 350% di investimenti rispetto alla precedente gestione Acosea c’è stato un aumento del 23% della tariffa, perchè si è cercato un contradditorio con il gestore che ha garantito di venire al massimo efficientamento”. Una tariffa che Malatesta giudica “concorrenziale”, nonostante ci sia “uno sforzo di potabilizzazione rilevante”.
In conclusione Luca Vaccari, vicepresidente della Commissione di controllo per la gestione dei servizi pubblici comunali, ha previsto come per le multiutilities si prospetti uno scenario di gare a livello europeo: il consigliere ritiene che Hera debba uscire da un’ottica locale, caratteristica propria del ferrarese. Se da una parte infatti questo approccio permette un maggiore radicamento territoriale, da un’altra è elemento però di diseconomia che i sindaci devono fare presente ai propri cittadini.
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