Correva il giorno di S. Valentino. Anno 2005. Il Comune di Ferrara approvò il regolamento Cosap, relativo al canone di occupazione spazi ed aree pubbliche. Da quel momento però non è stato innamoramento a prima vista per i ferraresi.
A seguito di quel regolamento molti cittadini sia del centro che in zone periferiche stanno continuando a ricevere ingiunzioni di pagamento dall’Ica per presunti passi carrai relativi ad anni pregressi. A portare a conoscenza della giunta questa situazione è il consigliere del Pdl Francesco Rendine. Più che frecce di Cupido, però, quelle scagliate dall’esponente dell’opposizione sono dardi infuocati.
“Le ingiunzioni di pagamento – lamenta Rendine – fanno riferimento a regolamenti locali che considerano “passo carraio” qualunque tipo di accesso anche a raso, dalla pubblica via ad un’area privata di larghezza uguale o superiore a m. 1,80 idonea allo stazionamento di un veicolo” (qualsiasi tipologia e quindi anche di una bicicletta)”.
Il consigliere afferma che i regolamenti locali “non possano fornire interpretazioni diverse da quelle manifeste nella norma statale che definisce i passi carrabili “quei manufatti costituiti generalmente da listoni di pietra o altro materiale o da appositi intervalli lasciati nei marciapiedi o, comunque, da una modifica del piano stradale intesa a facilitare l’accesso dei veicoli alla proprietà privata”. Se non c’è alcuna di queste opere, non può definirsi “passo carraio””.
Rendine si affida poi al buonsenso, che “insegna come un passo carraio debba essere pagato dal cittadino quando questo occupa la sede pubblica mentre quando non esistono marciapiedi tagliati o dissuasori di sosta come cartelli o paracarri, il buonsenso (e forse anche l’amministrazione comunale) non dovrebbe pretendere alcun pagamento da parte del cittadino”.
Buon senso o meno, fatto sta che “Ica chiede denaro – scrive Rendine in una interpellanza – per il presunto passo carraio anche per gli anni pregressi senza aver preventivamente comunicato al cittadino gli oneri economici, il quale a fronte della spesa oppure alla pittoresca interpretazione della norma da parte dell’esattore avrebbe potuto scegliere di chiudere l’accesso”. Eppure “ampie aperture sono presenti in diversi immobili la cui proprietà è riconducibile a Comune, Provincia, banche, istituzioni pubbliche ecc., ai quali non è stato richiesto di effettuare alcun pagamento”.
Questi i motivi per cui il consigliere chiede al sindaco di sapere “se ritiene corretto che i ferraresi debbano subire gabelle per pagare accessi carrai che secondo la norma dello Stato non sono tali e se intende intervenire immediatamente al fine di far cessare le richieste da parte di Ica a tutti quei cittadini che hanno aperture uguali o maggiori di 1,8 metri per accedere alla propria abitazioni”.
Grazie per aver letto questo articolo...
Da 18 anni
Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.
OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:
Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com