
(immagine di archivio)
Sentirsi come all’interno di un borgo medievale non sempre può essere un pregio. O almeno non lo è per alcuni residenti di via Fiera, che da qualche tempo, con l’approssimarsi delle gare del palio, lamentano in una petizione un “disagio dovuto all’inquinamento acustico provocato dai rumori di tamburi e chiarine che, con frequenza pressoché giornaliera, vengono diffusi a breve distanza dalle loro abitazioni nella fascia oraria dalle 21 alle 23”.
La protesta è stata colta dal consigliere comunale del Pdl Francesco Rendine che in un interpellanza fa notare che “prolungate esposizioni a rumore e vibrazioni possono comportare sia disagi audiologici che neurologici”. Rendine cita anche il fatto che l’amministrazione comunale può concedere una deroga annuale di 20 giorni per il superamento dei limiti di legge, “mentre in questo caso il Comune con autorizzazione alla deroga dei limiti del rumore, rilasciata in data nel gennaio 2009, ha consentito di derogare ai limiti di legge per 353 giorni annui, contro qualunque principio di buon senso”.
Il consigliere afferma inoltre di aver effettuato “valutazioni fonometriche, come esperto qualificato in acustica ambientale, che hanno evidenziato un cospicuo superamento dei 3 decibel di differenziale previsto per le ore notturne”.
Tutti motivi per cui l’esponente di centrodestra interpella il sindaco e l’assessore competente “per sapere se non ritenga opportuno adottare al più presto gli accorgimenti volti a ridurre od eliminare il forte disagio ed i rischi alla salute che la prolungata esposizione comporterebbe ai cittadini di via Fiera. In questo contesto si renderebbe opportuno o annullare la precedente autorizzazione, forse viziata da un refuso, oppure modificarla prevedendo autorizzazioni in deroga alle disposizioni vigenti per i tempi consentiti dalla norma”.
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