
La perquisizione avvenuta ad Argenta
Tre persone finite in manette e vari etti di droga sequestrati. È il risultato ottenuto dalla Squadra Mobile di Ferrara (con l’aiuto dei colleghi di Rovigo), al termine di una breve ma strutturata indagine volta al contrasto del traffico di eroina, che veniva smerciata nelle province di Ferrara, Rovigo ed altre località dell’Emilia Romagna.
I tre arresti riguardano una italiana e due magrebini. Sotto sigilli sono finiti quasi 600 grammi di eroina, circa 10.000 euro ritenuti provento dell’attività di spaccio e due autovetture, usate dai tre.
Gli spacciatori sono stati bloccati a Occhiobello (Ro) ed Argenta.
In base alle risultanze investigative, uno degli arrestati, Mahdi Buchaira, 30 anni, soprannominato dai clienti “Mido”, era entrato in Italia attraverso lo sbarco sull’isola di Lampedusa nel gennaio 2009. Non si è mai regolarizzato e ha vissuto sempre nella clandestinità. Utilizzava donne italiane tossicodipendenti con le quali stingeva legami sentimentali sia per gli spostamenti tra le varie città che per essere ospitato nelle loro abitazioni.

Mahdi Bouchaira
Per effettuare i suoi spostamenti da Argenta, che fungeva da base operativa, alle località di spaccio, usava alcuni tossicodipendenti muniti di autovettura che lo portavano sugli appuntamenti con i “clienti” in cambio di qualche dose di eroina.
L’ultimo “autista”, noto ferrarese tossicodipendente, conosciuto dagli uomini della Squadra Mobile, è stato fatale per “Mido”. L’auto dell’italiano residente nel quartiere Barco di Ferrara era una Fiat di colore rosso fiammante che non poteva non essere notata. La Sezione Antidroga aveva provato a fermarlo e identificarlo durante un incontro con un suo cliente. Al cliente era stato sequestrato lo stupefacente (3 grammi di hashish) subito dopo l’incontro con “Mido” proprio davanti ad un supermercato del Barco. Mido era però riuscito a fuggire a bordo della Fiat rossa condotta dal tossicodipendente.
Il cliente, dopo l’interrogatorio in questura, durante il quale aveva confermato di aver acquistato per alcune volte dosi di eroina pagandole 25 euro, appena uscito dagli uffici della Squadra Mobile, ha avvertito immediatamente il suo pusher, dicendo che l’antidroga gli “stava addosso” e, vantandosi del piacere che gli stava facendo, dava dei consigli pratici dicendogli di cambiare quartiere, numero di telefono e stare fermo per un po’.
Una condotta, questa, che gli costerà la denuncia per favoreggiamento.

Glenda Cervellati
Tornando allo spacciatore, lo scorso 2 marzo aveva litigato con la sua “donna” del momento, che l’aveva ospitato fino ad allora nella propria abitazione di Argenta. In seguito al litigio è stato messo alla porta. Per trascorrere la notte con tutta la sua “roba” contenuta in una sola grossa valigia, ha chiesto la complicità dell’autista della Fiat rossa, il quale ha affittato una camera d’albergo. Il gestore dell’albergo ha assegnato una stanza singola all’“autista italiano” che, di nascosto, ha fatto entrare furtivamente “Mido”, a fronte di una piccola dose di cocaina. La camera ovviamente è stata pagata dal trafficante clandestino.
Gli ispettori antidroga, per entrare nella stanza, hanno usato lo stratagemma del cambio degli asciugamani provando ad entrare con le chiavi passepartout dell’albergo. Il cliente tossicodipendente italiano, dapprima ha detto attraverso la porta di non volere il riassetto della stanza ma, vista l’insistenza dei finti “camerieri”, ha aperto per ritirare gli asciugamani puliti indicando al trafficante straniero di rimanere nascosto dietro l’armadio.

Mehrez Turki
L’irruzione all’interno della stanza ha permesso di scoprire il clandestino e di rinvenire un ovulo di eroina del peso di 15 grammi più una dose già confezionata.
Per il pm di turno della procura estense era sufficiente per l’arresto e il trasferimento nel carcere di Via Arginone, configurandosi il reato di detenzione al fine di spaccio.
Gli altri finiti in manette sono Glenda Cervellati, 29 anni, originaria di Bondeno, e Mehrez Turki, 40 anni, tunisino. Quest’ultimo, già arrestato dagli uomini della Sezione Antidroga nel 2004, per detenzione di 180 grammi di cocaina; era nel frattempo uscito di prigione e si era sposato con la Cervellati, ottenendo così il permesso di soggiorno.
I due, senza attività lavorativa stabile, conducevano una vita al di sopra delle loro possibilità. Turki aveva una autovettura nuova con poche migliaia di chilometri e la utilizzava, secondo gli inquirenti, per smerciare eroina e per andare dai suoi fornitori connazionali acquistando 500 grammi per volta che pagava 4.000 euro.
Il 4 marzo scorso si è recato a Bologna per acquistare 500 grammi di eroina che gli avrebbero fruttato, debitamente tagliati 1 a 2, ricavandone 1000 grammi, vendendola a 25 euro a dose (0,5 grammi) 50.000 euro, cioè 2000 dosi di sostanza tagliata per il consumo al dettaglio.

La droga sequestrata dalla squadra mobile
La Cervellati, che sarebbe stata a conoscenza dell’acquisto del il coniuge, raggiunge a Bologna Turki portandogli il denaro (dopo l’arresto varranno trovati altri 6.000 euro circa in contanti, evidentemente non spesi, per mancanza di altra eroina).
Arrivati al casello autostradale di Occhiobello, gli uomini dell’antidroga di Ferrara e Rovigo bloccano le due vetture (Turki precede la Cervellati per fare la vedetta e avvertire la moglie per eludere casuali e pericolosi posti di controllo della Polizia Stradale).
Accompagnati in questura a Ferrara si rinviene il “panetto” di eroina del peso di 512 grammi all’interno della borsa della Cervellati, che di fatto ha trasportato materialmente la droga e il restante del denaro non speso.
La successiva perquisizione presso l’abitazione dei due coniugi, ha poi consentito il rinvenimento di altri 11 grammi di eroina.
L’operazione è stata coordinata dal vice questore Pietro Scroccarello di Ferrara e coordinata dal vice questore Leo Sciamanna di Rovigo.