
La copertina della monografia
“Caravaggio. Un ritratto somigliante”. E’ questo il titolo del volume, edito da Electa, della Prof.ssa Francesca Cappelletti del Dipartimento di Scienze Storiche dell’Università di Ferrara, studiosa della pittura del Seicento, che verrà presentato oggi alle ore 17 nella Sala dei Comuni del Castello Estense.
In occasione del quarto centenario della morte di Michelangelo Merisi detto il Caravaggio (1571-1610), l’intero corpus del maestro viene presentato dalla Cappelletti nota per le ricerche archivistiche legate al dipinto di Caravaggio La cattura di Cristo, ritrovato a Dublino nel 1993, e per essere stata, in seguito a questa vicenda, la protagonista del romanzo di Jonathan Harr “Il Caravaggio ritrovato”, ispirato al ritrovamento.
Una autorevole monografia sul maestro, destinata al grande pubblico ma aggiornata sugli studi più recenti e basata su una completa ricognizione delle attribuzioni e dei dati documentari, che vuole far riflettere, nel suo testo, su un catalogo di opere da considerare come base realistica per ulteriori proposte attributive. Il volume è arricchito dalle immagini dell’intero catalogo. Le foto sono frutto in gran parte di una apposita campagna, sostenuta da Electa, che ha consentito di mettere alla prova le tecniche digitali con un autore così complesso per l’utilizzo peculiare della luce.
“Ho cercato di fornire un “ritratto somigliante” di Caravaggio pittore – spiega la Cappelletti – partendo dalle opere e dalle fonti in modo da ristabilire un’ immagine più vicina all’artista rispetto alle interpretazioni romanzesche della sua vita e delle sue opere e all’ampliamento quasi ‘selvaggio’ del suo catalogo, ma rimettendolo nel contesto delle dinamiche artistiche del periodo in cui visse.”
L’opera del Caravaggio è scandita nel libro in tre tappe: l’apprendistato a Milano e i primi anni romani; l’attività per i grandi committenti e collezionisti a Roma alla cui amicizia Caravaggio deve probabilmente gli incarichi più prestigiosi; l’omicidio e la conseguente fuga verso Napoli, gli spostamenti frenetici e drammatici fino alla morte solitaria e ancora controversa.
“Si tratta quindi di una risistemazione dei dati storici e delle attribuzioni – conclude la Prof.ssa Cappelletti – che cerca di dare non nuove interpretazioni dell’artista, ma un’immagine coerente del suo percorso stilistico, senza fermarsi alla biografia per giustificare la potenza delle sue invenzioni, straordinarie e ancora commoventi”.
Francesca Cappelletti si è laureata a Roma nel 1987; ha svolto le ricerche per il suo dottorato presso il Warburg Institute di Londra e il Collège de France di Parigi. Professore associato di Storia dell’Arte dei Paesi Europei all’Università di Ferrara, si dedica da anni allo studio del collezionismo italiano del Seicento. Ha pubblicato un volume sulla collezione Mattei di Roma (in collaborazione con L. Testa, 1994) e vari articoli sulle vicende della sua dispersione. Ha collaborato a ricostruire la formazione e l’assetto della Galleria Doria Pamphilj di Roma, sulla base di ricerche d’archivio che sono state utilizzate per il riallestimento della raccolta nel 1996. Ha studiato la presenza di artisti stranieri in Italia nel corso del Seicento, in particolare dei pittori caravaggeschi, di pittori fiamminghi, dell’austriaco Daniel Seiter. Ha scritto saggi e curato un convegno internazionale sulla nascita della pittura di paesaggio. Oltre a contribuire a numerosi cataloghi di mostre, ha partecipato a comitati scientifici di mostre internazionali tra cui “The Genius of Rome” (Londra e Roma, 2001); “Caravaggio e i Giustiniani” (Roma e Berlino, 2001). Il suo ultimo libro è Paul Bril e la pittura di paesaggio a Roma 1580-1630, Roma 2006.
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