Cronaca
23 Dicembre 2010
Arrestati due italiani e un albanese. Lo scorso agosto avevano preso d'assalto il Montepaschi

Scovata la banda delle rapine

di Redazione | 2 min

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Avevano preso d’assalto, lo scorso agosto, la filiale di via Bologna della banca Monte dei Paschi di Siena. In quell’occasione riuscirono a portare via un bottino di circa 20 mila euro in contanti per poi sparire nel nulla. Le telecamere di sorveglianza però avevano ripreso tutta la scena e, grazie alla nitidezza delle immagini e alla collaborazione fra forze dell’ordine del territorio e del resto d’Italia, i tre rapinatori sono stati infine individuati e arrestati ieri su provvedimento dell’autorità giudiziaria. Il terzetto, composto da due italiani e un albanese, è stato raggiunto dall’ordinanza di custodia cautelare mentre si trovava già dietro le sbarre per altre cause. Roberto Mandalà, palermitano di 42 anni domiciliato a Padova, era in carcere a Pescara, Salvatore Martillaro (anche lui 42enne di origine palermitana residente a Montopoli Val d’Arno in provincia di Pistoia) era invece detenuto a Palermo, mentre l’albanese, il giovane 24enne Gjergji Gyergjirini (domiciliato a Pistoia) si trovava nel carcere di Pisa.

I tre avevano formato un’autentica banda, un sodalizio per delinquere specializzato nelle rapine in banca. Oltre al Montepaschi ferrarese, infatti, insieme avevano già messo a segno quest’estate diversi colpi: a Bologna, Reggio Emilia, La Spezia, oltre che alle Casse di Risparmio di Genova, Carrara, Pistoia e Pescia. Erano arrivati a eseguire anche tre rapine nello stesso giorno, spostandosi da Pistoia, che avevano assunto come loro base, verso l’Emilia Romagna e la Liguria.

Gli uomini della Squadra Mobile e dei Carabinieri di Ferrara sono riusciti a risalire a loro grazie alla qualità delle immagine delle telecamere della Montepaschi di via Bologna, oltre che alle testimonianze delle otto persone che si trovavano in banca al momento della rapina. Quel 10 agosto, attorno alle 13, entrò in banca per primo Mandalà fingendosi cliente, poi Martillaro e infine Gyergjirini, tutti a volto scoperto: mentre Mandalà fece da palo, Martillaro ricoprì un ruolo di supporto all’albanese che, con lestezza, scavalcò il bancone e con un cutter minacciò il cassiere facendosi consegnare il denaro in cassaforte, oltre a 5mila euro appena versati da un cliente. Pochi minuti poi la fuga. In questo genere di reati seriali lo scambio di  immagini fra forze dell’ordine è risultato fondamentale per arrivare alla ‘banda delle rapine’, al terzetto che dovrà ora rispondere dei reati di rapina aggravata e porto di oggetti atti a offendere.

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