6 Dicembre 2010
Si contano 55 casi sospetti di intossicazione in 10 anni. Alcuni accorgimenti per la raccolta e il consumo

Funghi take away, occhio alla ricetta giusta

di Redazione | 3 min

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Funghi take away. È molto diffusa anche nel ferrarese la raccolta di funghi, soprattutto in questa stagione di piogge autunnali. Ma il riconoscimento della commestibiltà delle specie micologiche non sempre si affida ad una informazione completa e competente, mettendo a repentaglio la salute di chi si mette a tavola.
L’ultimo caso di intossicazione risale a circa due settimane fa, nel comacchiese. Un uomo è stato ricoverato d’urgenza all’ospedale del Delta e dopo qualche giorno trascorso in rianimazione è stato dimesso. Una semplice frittata di funghi raccolti sui lidi si è rivelata per lui una pericolosa ricetta.
Negli ultimi dieci anni, al pronto soccorso ferrarese sono giunti 55 casi sospetti di intossicazione alimentare, a seguito di un’ingestione di funghi raccolti o offerti da persone inesperte nei luoghi più disparati, dal giardino di casa all’argine del Po, dalla campagna alla montagna, durante le vacanze estive.
Seneca ci ricorda: “Fungus, qualiscumque sit, semper malignus est”. Una corretta formazione è quindi necessaria.

Innanzitutto, poter poter raccogliere i funghi è necessario acquistare il tesserino prescritto dalla legge regionale 6 del 1996, rilasciato dagli uffici del Parco del Delta, dei Comuni e dagli uffici pubblici convezionati. Per informazioni: Ufficio Funghi della Provincia di Ferrara, tel. 0532 299721. La raccolta è consentita solo il martedì, giovedì, dabato e domenica per un massimo di 3 chili al giorno e va svolta secondo alcuni precisi accorgimenti.
Ad esempio, una informazione approfondita permette di scardinare alcuni tabù tra i più diffusi: non è vero che i funghi che crescono sul legno o che emanano un buon odore siano indistintamente commestibili. Altrettanto falso è che se vengono mangiati da alcuni animali non siano tossici: l’Amanita phalloides è spesso rosicchiata dalle lumache. C’è un fungo, il Boletus luridus, che al tocco diventa blu: eppure non è tossico, come il Boletus satanas.

Una raccomandazione degli esperti è di cuocere i funghi a lungo, consumarli non di frequente ed evitarli ai bambini in tenera età, poiché i funghi risultano comunque di difficile digeribilità.

Una formazione completa permette una fondamentale prevenzione delle intossicazioni da funghi. L’identificazione, in caso non si abbia l’assoluta certezza della commestibilità dei funghi, va quindi svolta da micologi esperti e certificati o presso i centri di controllo degli enti sanitari competenti.
Pertanto, nel 1996, l’Azienda Usl di Ferrara ha istituito l’Ispettorato Micologico, che ha la propria sede presso l’Unità operativa di Igiene degli alimenti e nutrizione (via Via Beretta 7).
I micologi dell’Ispettorato svolgono attività di controllo dei funghi freschi spontanei destinati all’autoconsumo o al consumo diretto e rilasciano la certificazione di commestibilità dei funghi freschi spontanei e non coltivati destinati alla vendita al dettaglio e alla somministrazione.
Per ottenere il riconoscimento gratuito per l’autoconsumo, occorre contattare lo staff della sede di Ferrara tra le 12.30 e le 13.30 al tel. 0532 235282 (Mirella Rossetti, Stefano Duo e Giovanni Martinelli) o tel. 0532 235218 (Davide Boccati). Su appuntamento telefonico è disponibile il personale esperto della sede di Comacchio (via Trepponti 15 – 0533 310703 – Giovanni Arveda), di Copparo, via Carducci 54 – 0532 879029 (Andrea Ossi), 0532/879021 – Luigi Toschi) e di Portomaggiore (via De Amicis 22 – 0532 817525 – Dino Finetti).
È anche possibile ottenere un attestato di idoneità di vigilanza in materia di funghi: per informazioni, occorre rivolgersi al Servizio Protezione Flora, Fauna e produzioni agricole della Provincia di Ferrara, il unedì, martedì, giovedì e venerdì, dalle ore 9 alle ore 13 (martedì anche dalle ore 14:30 alle 16:30).

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