Sport
9 Novembre 2010
La causa per un risarcimento verso l'agenzia sportiva Sporting

Totò Schillaci dal tribunale di Ferrara alla Cassazione

di Redazione | 2 min

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Era stato a suo tempo il tribunale di Ferrara a decidere che doveva un risarcimento di diversi milioni di vecchie lire. Ora la Cassazione conferma che un risarcimento è dovuto, anche se in misura di molto inferiore. A versarlo sarà Totò Schillaci, il capocannoniere del Mondiale di Italia ’90. L’ex calciatore, secondo quanto riporta l’Agi, dovrà risarcire l’agenzia sportiva ‘Sporting’ che lo rappresentava in via esclusiva nei contratti pubblicitari, economici e di ingaggio, e che lo aveva denunciato per dei compensi stabiliti con un contratto nel 1987, in relazione alle somme percepite dall’attaccante a titolo di ingaggio nelle stagioni sportive dal 1989 al 1993.

La seconda sezione civile della Cassazione si è infatti pronunciata sul ricorso di Schillaci contro la sentenza con cui la Corte d’appello di Bologna aveva condannato l’atleta a corrispondere all’agenzia sportiva 35.671 euro, “oltre ai 35 milioni di vecchie lire – sottolinea l’agenzia – già disposti in primo grado dal tribunale di Ferrara”. Inizialmente la ‘Sporting’ chiedeva al bomber delle “Notti magiche” 335mila euro per il contratto triennale firmato con la Juventus per le stagioni 1989-1993.

Con la sentenza definitiva Schillaci dovrà pagare come indennizzo per il recesso unilaterale solo circa 50 mila euro in quanto dal 31 maggio 1990 era entrato in vigore il nuovo Regolamento della Figc, secondo il quale “nessun compenso era dovuto al procuratore sportivo per i contratti stipulati direttamente dai calciatori”.

Schillaci si era difeso spiegando di aver ritenuto estinto il mandato il 3 aprile del 1989 con la ‘Sporting’ al momento della morte del suo procuratore, Biagio Govoni, “anche attraverso una espressa revoca – recita la nota dell’Agi – da lui stesso comunicata”, fondando questo recesso unilaterale sul fatto che “in due anni non gli aveva procurato nulla di quanto promosso”.

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