Cronaca
22 Novembre 2009
Arrestati due imprenditori residenti a Mesola. Perquisiti gli uffici

Partiva da Ferrara la maxi truffa alla Deutsche Bank

di Redazione | 2 min

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00018595-originalCi sono due ferraresi al vertice della truffa milionaria perpetrata ai danni della Deutsche Bank e scoperta dalla guardia di finanza di Torino. S.D. e E.F. di 55 e 50 anni, si trovano ora nel carcere di Torino con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla truffa, all’appropriazione indebita e al falso in scrittura privata. Con loro, due giorni fa, è finita in manette una terza persona, G.P., torinese di 59 anni, dipendente della banca ora detenuto in regime di arresti domiciliari per motivi di salute. Altre due persone sono state denunciate. Questo fino ad oggi, dal momento che gli inquirenti non escludono che le indagini possano portare ad altri clamorosi sviluppi.
A maggior ragione dopo i 700 faldoni rinvenuti durante una perquisizione delle fiamme gialle eseguita a Mesola (nell’occasione sono stati anche sequestrati 60mila euro in contanti), dove si trovano gli uffici della società specializzata nel recupero crediti gestita dai due arrestati.
Il meccanismo della truffa – ricostruito dai finanzieri – vedeva come fulcro la Prestitempo, divisione del gruppo Deutsche Bank specializzata nel credito alle famiglie e nel credito al consumo (all’interno della quale si era trovato un funzionario compiacente), aveva affidato alla società di cui fanno parte i due ferraresi il compito del recupero crediti presso i propri clienti insolventi.

La società di riscossione, una volta incassato il pagamento, ne tratteneva per sé una parte dichiarando alla Prestitempo di aver ricevuto solo una frazione del dovuto. Il giochetto sembra durasse da almeno un paio di anni e veniva attuato in tutto il territorio nazionale, attraverso le varie sedi delle società di recupero crediti nate ad hoc, cioè Torino, Rovigo, Genova, Civitavecchia, Padova, Palermo e – appunto – Ferrara.

A far saltare il meccanismo sono stati gli esposti di alcuni clienti della Deutsche Bank che, nonostante avessero già pagato gli addebiti – così almeno credevano – si sono visti recapitare a casa la richiesta di mora con diffida a pagare le cifre insolute.

Da qui sono partite le indagini del nucleo di polizia tributaria di Torino che calcola che i danneggiati di questo giro dell’insoluto sarebbero almeno mille debitori. Oltre al blitz che ha portato in carcere i ferraresi e i loro presunti complici, la Finanza ha scoperto anche una complessa operazione di ingegneria finanziaria che avrebbe portato 70 milioni di euro nelle tasche dell’organizzazione: stavano per convincere la Deutsche Bank a rinunciare ad una imponente massa creditizia in favore di una società estera appositamente costituita, che avrebbe acquistato il credito a fronte di un pagamento di soli 4 milioni di euro.

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