Attualità
12 Settembre 2020
Il presidente nazionale: “Vogliamo ripartire dalle sorgenti del Piave, dove i ragazzi del ‘99 diedero un futuro all’Italia”

Fare Verde si presenta con un obiettivo: Eco Parco Estense

di Redazione | 2 min

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Il richiamo alla destra compare in queste parole pronunciate durante la conferenza anche se in diverse occasioni e in diversi periodi Fare Verde ha dichiarato che l’ambientalismo va oltre la destra e la sinistra.

Accanto al presidente nazionale è seduto Gianpaolo Zurma che ha assunto la presidenza provinciale dell’associazione, mentre in platea si presenta l’assessore all’ambiente Alessandro Balboni.

Zurma, dopo essersi detto “onorato di rappresentare questa associazione”, racconta alcuni degli interventi fatti in questo mese di vita. Primo tra tutti la pulizia dei graffiti in via Gobetti ma anche essersi dichiarati apertamente contrari all’abbattimento dei pini al Lido degli Estensi oltre a una raccolta firme con la quale si chiede al Comune di costituire un’oasi naturale. Si chiamerà Eco Parco Estense, “un parco naturale volto alla salvaguardia di animali selvatici”, e una volta raccolte le firme sarà l’amministrazione a trovare una collocazione. La volontà, sottolinea Zurma, è quella di “portare azioni di sensibilizzazione tra le vecchie e le nuove generazioni”.

Proprio le nuove generazioni sono al centro del progetto Ferrara: “Qui – dice Greco – Fare Verde inizia dai giovani per un futuro migliore”. Attraverso “una riscoperta culturale dei valori della nostra civiltà” per “riscoprire il rapporto diretto con la natura”. Greco ricorda poi le grandi battaglie dell’associazione come quella sui cotton fioc e sul vuoto a rendere ma anche l’incentivazione di produttori locali e l’idrogeno come carburante che “sarà il nostro futuro”.

“Oggi – si legge nel manifesto di Fare Verde – non è più ipotizzabile la risoluzione delle problematiche ambientali senza mettere definitivamente in discussione una cultura, fondata sul primato dell’economia e dei consumi, che negli ecosistemi vede solo una risorsa da sfruttare”.

“Una corretta politica ambientale – si legge poco oltre – non può ridursi alla ricerca di soluzioni tecniche per ridurre l’inquinamento lasciando inalterato il modello di produzione e consumo. E neanche può concentrarsi esclusivamente sulla produzione di norme e decreti che tamponino le continue emergenze ambientali. Occorre elaborare una nuova proposta culturale che superi gli steccati di destra e sinistra avventurandosi in territori nuovi, in cui ci si possa ritrovare come persone e come comunità. Una volta cambiata la mentalità, le soluzioni verranno di conseguenza”.

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