Economia e Lavoro
30 Novembre 2017
Dipendenti sospesi, senza stipendio e con lo spettro del licenziamento, speranza asta a gennaio

Fallimento Ferrara Food, in bilico il destino di dodici lavoratori

di Daniele Oppo | 3 min

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Argenta. Sospesi dal lavoro, senza stipendio e senza accesso ad alcuna forma di ammortizzatori sociali. È così che stanno vivendo da quasi un mese i 12 lavoratori di Ferrara Food, dichiarata fallita lo scorso 8 novembre dal tribunale di Forlì.

Dodici famiglie in un limbo, in bilico tra la speranza di poter continuare a lavorare e la necessità di provvedere ai propri bisogni economici essenziali, al punto che – paradossalmente – perfino l’eventuale licenziamento collettivo che i due curatori fallimentari potrebbero attivare da un momento all’altro potrebbe diventare una forma di sollievo, permettendo l’accesso ai contributi per la disoccupazione. Cure palliative, sia chiaro, perché la speranza risiede altrove, in qualche acquirente pronto a farsi avanti e risollevare un’impianto – quello di Argenta, nato dalla chiusura dello zuccherificio Sfir di Pontelagoscuro – che per anni è stato fiore all’occhiello della produzione agricola ferrarese, per la lavorazione del pomodoro, almeno fino all’anno scorso.

Poi la crisi, un debito di circa 11 milioni di euro nei confronti dei produttori di pomodoro, a loro volta in estrema difficoltà dopo la caduta di Ferrara Food che lavorava circa il 40% della produzione ferrarese. E un debito totale che si aggira su cifre ancora più alte, 40-50 milioni di euro. L’azienda fu ammessa al concordato preventivo a maggio di quest’anno, poi venne ammessa una proroga, subordinata però alla presentazione di un piano finanziario idoneo. Tutto sostanzialmente inutile, tant’è che il tribunale ne ha dichiarato il fallimento anticipato rispetto alla scadenza fissata per inizio dicembre: evidentemente non c’erano i presupposti.

Ma non è solo un’azienda che crolla, è un’intera filiera che rischia di trovarsi veramente in ginocchio. E non sono solo i 12 lavoratori – tra operai e impiegati – assunti a tempo indeterminato a pagarne le conseguenze, sono anche i circa 100 operai che venivano assunti durante le campagne, quasi tutti provenienti da Argenta e Portomaggiore.

“L’auspicio è che al più presto si presenti un’azienda interessata a rilevare uno stabilimento nuovo che, tranne l’ultimo anno, ha lavorato sempre grandi quantità di pomodoro e tuteli una filiera che, se no, verrebbe a mancare in un territorio che è già fanalino di coda in Regione per quanto riguarda l’occupazione”, afferma Cristiano Pistone della Flai-Cgil, che lunedì era in assemblea con i 12 lavoratori di Ferrara Food. “Stiamo aspettando la decisione dei curatori, oggi i lavoratori sono sospesi con la dichiarazione del fallimento, mentre prima erano almeno in cassa integrazione straordinaria. La settimana scorsa – riporta – abbiamo incontrato i curatori per capire cosa fare dei lavoratori. Ad oggi non siamo ancora nella fase del licenziamento collettivo, ma non ci nascondiamo dietro a un dito, è un’opzione possibile”.

Qualcosa potrebbe muoversi a breve: i curatori – l’avvocato Paolo Casadei e il commercialista Pier Domenico Ricci, già commissari durante il concordato – stanno cercando di mettere le carte a posto e fare in modo di aprire un’asta quanto prima, forse già a gennaio. Non ci sono nomi certi sui possibili acquirenti – d’altronde non si conoscono neppure le condizioni nel dettaglio – ma non sono mancati interessamenti iniziali che, si spera, si potrebbero trasformare in passi concreti per rimettere in piedi un’azienda da cui dipende una parte non trascurabile dell’economia ferrarese.

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