Attualità
29 Ottobre 2017
Presentato a Ferrara il primo corso di formazione per macchinisti teatrali in regione creato in collaborazione con i teatri di Reggio Emilia

L’arte di stare ‘Retroscena’

di Redazione | 4 min

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Si chiama “Retroscena” e il suo scopo è formare appunto una delle figure che lavorano dietro le quinte e i riflettori del palcoscenico, ma imprescindibile per la riuscita di un evento dal vivo: il macchinista teatrale. Sabato mattina è stato presentato presso il Teatro Comunale Claudio Abbado il corso di formazione “Retroscena-Macchinista per il teatro italiano di tradizione e lo spettacolo dal vivo”, attivato dalla Fondazione Teatro Comunale di Ferrara e dalla Fondazione I Teatri di Reggio Emilia – accreditatisi di recente come Centro regionale di Formazione – in partnership con la Fondazione Alberto Simonini, e finanziato dalla Regione Emilia-Romagna attraverso le risorse del Fondo Sociale Europeo.

All’incontro con i giornalisti nella sala teatrale erano presenti Roberta Ziosi e Giuseppe Gherpelli, presidente e direttore generale della Fondazione Teatro Comunale di Ferrara e della Fondazione I Teatri di Reggio Emilia, Emanuela Rocco, direttore della Fondazione Simonini, Patrizio Bianchi, assessore regionale con deleghe su scuola, formazione professionale, università, ricerca e lavoro, e la consigliera regionale Marcella Zappaterra.

“Retroscena” è un corso fortemente innovativo prima di tutto per il percorso che ha portato alla sua creazione, che “ha messo insieme gli staff dei due teatri facendoli lavorare insieme come se fossero un’unica impresa culturale e creativa”, ha sottolineato Ziosi. “L’unico precedente è il corso di formazione della Fondazione Teatro alla Scala”, le ha fatto eco Gherpelli, aggiungendo che l’accreditamento come ente di formazione e il corso stesso sono un “riconoscimento delle nostre professionalità e competenze come comunità educante”. L’innovatività del percorso di formazione sta però anche nella figura professionale che ne emergerà: un professionista capace di intervenire nel processo di realizzazione degli allestimenti scenici, con conoscenze tecniche di costruzione, movimentazione, montaggio, manutenzione, ma anche con una visione creativa, grazie ad approfondimenti relativi alla composizione scenografica, alla pianificazione e realizzazione degli allestimenti, alla progettazione ed effettuazione di movimenti di scena. “Quello del macchinista è un profilo specifico e poliedrico al tempo stesso, a cavallo fra due mondi, tecnico e artistico” e soprattutto è un profilo sempre più spendibile e richiesto “nel campo degli eventi live” nel senso più ampio: dagli spettacoli ai concerti alle sfilate di moda. Una sempre maggiore richiesta che, secondo Gherpelli, è “il segnale di un’inversione di tendenza” a favore dello spettacolo dal vivo. Il direttore generale della Fondazione emiliana ha infine evidenziato come la validità del percorso formativo creato dalle due istituzioni regionali sia riconosciuto dalla “partnership di più di venti soggetti, pubblici e privati, su tutto il territorio nazionale disponibili a ospitare gli studenti in stage”.

La consigliera Zappaterra ha espresso la propria soddisfazione per questa “importante opportunità formativa” realizzata attraverso la collaborazione fra enti, istituzioni e territori, “un precedente importante” che si spera venga seguito da altri. “Ho voluto esserci stamattina per esprimere la mia spudorata passione per il teatro”, inoltre “fare un corso per macchinisti in teatri di tradizione come questi è come fare un corso di formazione per meccanici alla Lamborghini o per calzolai alla Berluti”, ha scherzato l’assessore regionale Bianchi. A suo parere nell’epoca dei social e della realtà virtuale è “rinato il bisogno dello spettacolo dal vivo”, ma deve essere “di qualità” e poter diventare “un’esperienza unica”: da qui il bisogno di professionisti qualificati. Quello dello spettacolo dal vivo “è un mondo favoloso e immaginifico” che però ha immense potenzialità dal punto di vista dell’indotto economico e della creazione di posti di lavoro. “Siamo partiti da qui, ma mi aspetto molto altro”, ha concluso l’assessore Bianchi.

A Emanuela Rocco, della Fondazione Simonini, è andato il compito di illustrare gli aspetti più organizzativi del corso. “Retroscena” è riservato a persone residenti o domiciliate in Emilia Romagna che abbiano compiuto 18 anni e abbiano assolto l’obbligo d’istruzione, è gratuito e la sua “durata sarà di 600 ore”, da novembre 2017 a luglio 2018, “360 ore in aula e laboratorio e 240 di stage”, le docenze vedranno impegnati direttamente componenti degli staff dei teatri di Ferrara e Reggio Emilia. “Al termine è previsto un esame per il riconoscimento della qualifica, la cui validità – come tutte le qualifiche regionali – è riconosciuta e spendibile in tutta Europa”, ha sottolineato la Rocco.

Le iscrizioni al corso saranno aperte sino al 15 novembre 2017, ore 12. Tutta la documentazione, con relativa scheda di iscrizione al corso è pubblicata su: www.iteatri.re.it, www.teatrocomunaleferrara.it

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