Recensioni
14 Settembre 2017
Mostra divisa in tre sezioni a Montepulciano, San Quirico d'Orcia e Pienza

Il Buon secolo della Pittura Senese

di Paola Forlani | 5 min

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La prestigiosa esposizione, aperta fino al 30 settembre dedicata a “Il buon secolo della pittura senese. Dalla maniera moderna al lume caravaggesco”, presenta circa ottanta opere in mostra provenienti da prestigiose collezioni pubbliche e private, chiese e istituti religiosi che vogliono restituire ai visitatori una visione quanto più esaustiva di un secolo denso di affascinanti protagonisti ed espressioni artistiche rilevanti. L’iniziativa dà voce alla volontà condivisa di valorizzare non solo un momento dell’arte senese attraverso la mostra, ma anche le collezioni permanenti dei musei e i monumenti che costellano la terra di Siena.

Si tratta di un progetto nato dalla volontà di numerose istituzioni, territoriali e non, con l’obiettivo di focalizzare l’attenzione solo su alcuni dei maggiori interpreti della pittura in terra di Siena dagli inizi del Cinquecento alla metà del secolo successivo, ma, soprattutto, per ripercorrere quello che lo storico dell’arte Luigi Lanzi definì il buon secolo della pittura senese e vide operare artisti di notevole livello

“Lo smanioso desiderio di credere nell’esistenza di pittori dallo stile riconoscibile, secondo un percorso continuo dagli esordi fino alla maturità, sfocia in veri e propri vicoli ciechi. Non sono pochi i pittori la cui maniera cambia, nel corso della loro esistenza, dal bianco al nero. Detto ciò, il compito del conoscitore rimane essenzialmente quello di riconoscere e di ristabilire certe unità di stile là dove erano state perse, e di ricostruire gruppi dimenticati, con opere della stessa mano” Federico Zeri

La mostra è articolata in tre diverse sezioni, divise cronologicamente in relazione alla presenza di opere d’arte già esistenti in loco e rappresentative di alcuni maestri del tempo.

Domenico Beccafumi, l’artista da giovane. Montepulciano, Museo Civico Pinacoteca Crociani A cura di Alessandro Angiolini, Roberto Longi.

La mostra prende le mosse dalla tela con Santa Agnese Segni, conservata presso il Museo Civico di Montepulciano. Essa è infatti collegabile ad un documento che attesta la presenza nella città del Poliziano nel 1507 del giovane pittore Domenico di Jacomo di Pace, al seguito del podestà Lorenzo Beccafumi, di cui più tardi lo stesso artista avrebbe adottato il cognome.

Il percorso illustra le testimonianze che hanno reso possibile il felice riconoscimento del dipinto come opera del giovane Beccafumi e offre uno spaccato di grande interesse sulla storia politica della Montepulciano rinascimentale e sulla fase giovanile, finora assai incerta, del grande pittore senese e dei suoi rapporti con altri artisti, come Girolamo Genga, Fra’ Bartolomeo, Andrea Bresciano, Girolamo del Pacchia e Lorenzo Mariano detto il Marrina.

Dal Sodoma al Riccio: la pittura senese negli ultimi decenni della repubblica. San Quirico D’Orcia, Palazzo Chigi Zondadari. A cura di Gabriele Fattorini, Laura Martini.

La monumentale Madonna col Bambino e i santi Leonardo e Sabina di Bartolomeo di Neroni detto il Riccio, conservata nell’oratorio della Misericordia di San Quirico e databile verso la metà del Cinquecento, offre l’occasione di presentare una mostra che mettendo insieme pale d’altare, testate di bara, dipinti per devozione privata e di soggetto mitologico – focalizza l’attenzione sulla scena artistica senese nel periodo che dal Sacco di Roma (1527) condusse alla fine della Repubblica (1559).

L’esposizione riserva una particolare attenzione al Riccio e alla tarda attività del Sodoma, senza dimenticare altri maestri di primo piano di quel tempo: dal peruzziano Giorgio di Giovanni al presunto Giomo del Sodoma, da Domenico Beccafumi a Marco Pino.

Francesco Rustici detto il Rustichino, caravaggesco gentile Pienza, Conservatorio San Carlo Borromeo A cura di Marco Ciampolini, Roggero Roggeri.

La presenza, nella chiesa di San Carlo Borromeo a Pienza, di una pala di Francesco Rustici detto il Rustichino raffigurante la Madonna col Bambino e i santi Carlo Borromeo, Francesco, Chiara, Caterina e Giovanni Battista, permette di costruire attorno a quest’opera un interessante esposizione riguardante principalmente l’attività di questo abile pittore, poco noto al grande pubblico, da considerarsi uno dei maggiori esponenti del naturalismo caravaggesco a Siena. La mostra ne presenta numerosi capolavori, riuniti insieme per la prima volta, e illustra l’ambiente familiare in cui avvenne la prima formazione del pittore, con dipinti di Alessandro Casolani e Vincenzo Rustici, proponendo anche opere di quelle personalità artistiche che tanta importanza ebbero nella sua evoluzione artistica, quali, Orazio Gentileschi e Alessandro Allori. A seguire, una rassegna di dipinti eseguiti da pittori senesi suoi contemporanei come Rutilio e Domenico Manetti, Bernardino Mei, Astolfo Petrazzi e Nicolò Tornioli che, in misura diversa tra loro, subirono l’influsso della pittura naturalistica. Di straordinaria bellezza e poesia è il San Giovanni Battista (Collezione Massimo Vezzoni) di Francesco Rustici detto il Rustichino. L’opera presenta una fitta boscaglia mentre seduto su una roccia, il giovane Battista è raffigurato nella sua veste più comune, ossia come un eremita, a memoria del periodo di romitaggio trascorso nel deserto. L’agnello accovacciato ai suoi piedi, sintetizza iconograficamente la frase pronunciata dal Santo al momento del Battesimo di Cristo “il giorno dopo, Giovanni vedendo Gesù venire verso lui disse “Ecco l’agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo” (Gn 1, 28-29).

Tutte e tre le sezioni, ed è una caratteristica importante del progetto, si apre al territorio. Invitano cioè il visitatore alla scoperta di altre opere custodite in pievi, monasteri, conventi, musei, palazzi, piccoli borghi del meraviglioso territorio della Val d’Orcia fino, idealmente, alla città di Siena. Un’occasione imperdibile per chi voglia scoprire i tesori conservati nei luoghi più segreti e suggestivi di questa magnifica terra.

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