Cronaca
6 Luglio 2017
Per il giudice "il fatto non sussiste". Era alla sbarra con altri 12 con l'accusa di una frode da oltre 6 milioni di euro

Istituti Polesani, Mantovani assolto dall’accusa di truffa allo Stato

di Daniele Oppo | 2 min

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Assoluzione “perché il fatto non sussite” per Mauro Mantovani, ferrarese, legale rappresentante degli Istituti Polesani di Ficarolo, sotto accusa insieme ad altre 12 persone per una truffa allo Stato da oltre 6 milioni di euro.

Nella tarda mattinata di mercoledì il giudice Silvia Varotto del tribunale di Rovigo ha assolto tutti gli imputati dalle accuse: oltre a Mantovani, alla sbarra c’erano anche l’ex direttore generale dell’Ulss 18, Adriano Marcolongo, i dirigenti dell’Ulss Alberto Poirè, Enzo Rizzato, Emanuele Toniolo, Giampaolo Pecere, Stefano Romagnoli e Marco Zancanella; i medici Tiziano Gaio e Cosetta Astorri; i dipendenti della struttura privata: Fiorenza Buzzola e lo psicologo Lorenzo Lorenzoni.

Mantovani e altri dieci indagati avevano scelto la strada del rito abbreviato e per loro la procura rodigina ha chiesto la condanna a 2 anni di reclusione. Ma il giudice ha affossato l’intera tesi accusatoria assolvendo tutti e 13 con formula piena.

«Il dottor Mantovani – afferma l’avvocato Marco Linguerri – ha sempre sostenuto la sua più totale estraneità ai fatti che gli venivano contestati e, fin dall’inizio di questo procedimento, ha in tutti i modi cercato di spiegare le ragioni per le quali l’ipotesi d’accusa doveva ritenersi completamente infondata. La prima conferma della correttezza del suo operato, del resto, era arrivata con la sentenza della Corte di Cassazione che, alla fine dell’anno scorso, aveva annullato il provvedimento con il quale il tribunale del Riesame aveva confermato il sequestro preventivo emesso dal Gip di Rovigo sui beni personali del dott. Mantovani (tra i quali un palazzo a Roma, ndr). Con la sentenza di oggi, perché “il fatto non sussiste”, il giudice del tribunale di Rovigo, oltre che disporre la restituzione di tutto quanto in sequestro, ha finalmente reso giustizia a chi, per tutto questo tempo e nonostante tutto, ha sempre mantenuto fiducia nei giudici e nelle istituzioni».

Secondo l’accusa tutti, a vario titolo, avevano partecipato a una frode per far ottenere agli Istituti Polesani rimborsi più alti del dovuto per l’assistenza a 61 pazienti con problemi psichiatrici, modificando in itinere la gravità delle patologie con un maggiore esborso per lo Stato, essendo la struttura convenzionata.

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