Politica
3 Luglio 2017
Dibattito alla FestUnità. Ancescao: "Ferrara regge perché ci sono gli immigrati altrimenti saremmo ancora più in difficoltà"

“Il terzo settore sopperisce ai vuoti delle amministrazioni”

di Redazione | 4 min

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Se il volontariato si fermasse domani, soprattutto in un territorio come il nostro, cosa ne sarebbe del nostro paese?”. La domanda provocatoria arriva da Milvia Migliari (vice presidente di Ancescao Ferrara) nell’incontro organizzato alla FestUnità per discutere di terzo settore ed il quadro che emerge mostra come, nonostante le difficoltà dovute ai tagli, l’associazionismo rappresenti oggi più che mai una parte fondamentale nella vita sociale della provincia.

Noi come Pd abbiamo già avviato una serie di incontri con le associazioni e insieme abbiamo collaborato alla creazione di Ferrara che accoglie” introduce il segretario comunale del Partito democratico Renato Finco, sottolineando a più riprese come “il terzo settore è uno strumento importante che va valorizzato e reso coeso. Sopperisce ai vuoti che le amministrazioni faticano a colmare”.

Dello stesso parere anche Chiara Bertolasi (portavoce del Forum terzo settore) che, coadiuvata da analisi e dati, racconta la situazione regionale: “Oggi ci troviamo di fronte ad uno scenario socio demografico profondamente modificato rispetto al 2000, abbiamo una popolazione che sta invecchiando e ha cambiato la sua composizione con tanti gruppi rappresentati – chiosa Bertolasi -. Riscontriamo una riduzione dei nuclei all’interno delle famiglie e più di un terzo sono rappresentate da un’unica persona”. Ma non solo: “C’è un disagio che deriva dalla crisi economica e contiamo una percentuale di popolazione in povertà in Emilia Romagna pari al 4% – afferma ancora la portavoce del Forum terzo settore -. La disoccupazione giovanile è al 22% e il 21% dei giovani tra i 15 e i 29 anni non studia e non lavora”.

Nonostante i dati siano migliori rispetto a quelli nazionali certamente fa strano vedere come anche in una regione forte che offre servizi importanti come la nostra ci siano povertà e disoccupazione a questi livelli” prosegue nel suo ragionamento Bertolasi, ribadendo come “il welfare crei posti di lavoro e opportunità di conoscenze. Chiediamo al nuovo piano socio-sanitario un indirizzo puntuale perché noi abbiamo bisogno della certezza delle risorse a disposizione per portare avanti progetti”.

La parola passa a Migliari che ringrazia gli enti locali ed analizza la situazione a livello locale: “Nella riuscita della nostra associazione hanno dato un contributo fondamentale regione e comune ed oggi contiamo a livello provinciale 34 centri – spiega la vice presidente di Ancescao -. Lo scarto tra nati e morti nel nostro territorio è molto alto e la popolazione a Ferrara regge perché ci sono gli immigrati altrimenti saremmo ancora più in difficoltà”.

L’attenzione si sposta sui recenti casi di cronaca che vedono anziani dimenticati e ritrovati morti dopo molti giorni: “Gli anziani sono spesso soli e hanno problemi di carattere economico ma anche psicologico – dichiara Migliari -. Noi con la nostra associazione cerchiamo di raccogliere le persone per aiutarle a recuperare una socialità”.

Ci sono problemi sociali e relazionali e la cura della persona deve essere il ruolo centrale del terzo settore ma anche della politica che deve trasformare le giuste paure delle persone in azioni” afferma ancora Finco, prima di lasciare il microfono a Laura Roncagli (Agire sociale) che snocciola i dati delle associazioni sul territorio.

“A Ferrara abbiamo 422 associazioni, che sono tante ed è un bene, anche se alcune sono composte da pochi volontari – racconta la presidentessa di Agire sociale -. La maggior parte si occupano di servizi socio sanitari (71% nel totale) e il nostro obiettivo è quello di lavorare con le associazioni per fare rete perché in un momento come quello di oggi riusciamo ad avere di più e meglio se collaboriamo in squadra sia tra di noi ma anche con amministrazione e scuola”.

Ci troviamo sempre di più a far fronte con situazioni di calo delle risorse, credo che più di così non sia sostenibile e bisogna considerare investimenti sociali come risorsa ed un intervento di equità” accusa Bertolasi, convinta che “il terzo settore vada compattato il più possibile. L’associazionismo nei territori garantisce prossimità e vicinanza alle persone, ancora più dopo la scomparsa delle circoscrizioni”.

Sul finale Roncagli illustra le buone pratiche in provincia e lancia un messaggio all’amministrazione comunale. “Abbiamo portato avanti – conclude la presidentessa di Agire sociale – progetti come aiuto compiti per i ragazzi con genitori che non possono permettersi il dopo scuola, il Mantello per ridare energie a famiglie che stanno andando sotto la soglia di povertà e portato avanti due anni prima che diventasse legge il progetto tutore per i minori migranti non accompagnati. Le associazioni chiedono però agli enti locali maggiore semplificazione burocratica e condivisione di spazi”.

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