L’ex consigliere regionale del Pd Roberto Montanari è stato condannato dalla Corte dei Conti a restituire oltre 5.500 euro per le ‘spese pazze’ in Regione. Montanari, per la precisione, dovrà pagare alla Regione Emilia Romagna 5.539,53 euro, oltre alla rivalutazione e alle spese di giudizio, su un totale di spese contestate pari a 6.517,10 euro.
Stessa sorte per l’allora presidente del gruppo Pd, Marco Monari, che però dovrà sborsare oltre 500mila euro, sobbarcandosi il 50% delle spese dei consiglieri del proprio gruppo per omesso controllo.
Le risorse spese da Montanari, destinate al funzionamento e alla rappresentanza dei gruppi consiliari, dovevano essere “sorrette da adeguata documentazione circa l’attinenza della spesa alle funzioni istituzionali”. In pratica l’ex consigliere Dem avrebbe dovuto dettagliare le varie voci di spesa che la Corte dei Conti ha ordinato di restituire. Si parla ad esempio di 83 euro per un generico pranzo di lavoro a Roma, l’1 dicembre 2011, per discutere delle problematiche della comunità ferrarese, quando nella giustificazione mancherebbe l'”indicazione del soggetto partecipante e del suo eventuale rilievo istituzionale”. Sempre a Roma un altro pranzo il 23 febbraio 2012 per incontrare i parlamentari ferraresi, senza indicazione dei soggetti e del loro ruolo. Nell’elenco numerose richieste di rimborso per pasti consumati da Montanari che la Corte dei Conti giudica “del tutto estranee al concetto di rappresentanza”, ma anche spese di trasporto con richieste di rimborso per i trasferimenti da Argenta a Ferrara “scollegate ad eventi istituzionali, ma motivate da incontri non documentati con soggetti non istituzionali, o non afferenti all’attività del gruppo”.
Sul versante della responsabilità penale, riguardante l’accusa di peculato, la Procura bolognese ha chiesto l’assoluzione per l’ex consigliere regionale argentano perché il fatto non sussiste. Se ne discuterà in aula il 6 luglio quando a parlare saranno i difensori di Montanari, gli avvocati Carullo e Maria Chiara Giampaolo, mentre la sentenza è attesa per l’autunno.
“Quella della Corte dei Conti è una sentenza positiva – commenta l’avvocato Maria Chiara Giampaolo – perché si è accertato, come recita la sentenza, che non c’è stato dolo né da parte di Montanari né da parte degli altri consiglieri. A nostro parere non c’è stata nemmeno colpa grave, ed è per questo che ricorreremo in appello. Il fatto che la stessa accusa abia chiesto l’assoluzione per il penale la dice lunga”
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