Il Tar del Lazio ha annullato la nomina di cinque stranieri a direttori di musei. Sono quelli dei musei archeologici di Taranto, Napoli e Reggio Calabria, oltre a quelli del Palazzo Ducale di Mantova e della Galleria Estense di Modena.
Per questo no agli stranieri, i giudici hanno semplicemente letto e applicato il comma 1 dell’ articolo 38 del decreto legge 165 del 2001 e hanno agito di conseguenza. Il passaggio della citata norma è chiaro: «I cittadini degli Stati membri dell’ Unione europea possono accedere ai posti di lavoro presso le amministrazioni pubbliche che non implicano esercizio diretto o indiretto di pubblici poteri ovvero non attengono alla tutela dell’ interesse nazionale».
Questo decreto del 2001 fu approvato su proposta del governo di Giuliano Amato e del ministro della Funzione pubblica Franco Bassanini. Il sottosegretario alla Presidenza con delega per le Riforme e la Funzione pubblica – vale a dire colui che quella legge aveva sulla scrivania e contribuì a perfezionare – era un giovane politico (41 anni) della Margherita proveniente da Ferrara: Dario Franceschini.
La vicenda diventa freudiana perché in definitiva il ministro di oggi, criticando aspramente il Tar, non fa altro che criticare sé stesso.
Stefano Bulzoni