Cronaca
22 Maggio 2017
Sono 16 le misure cautelari in carcere notificate dai carabinieri. Refurtiva custodita in corso Piave e portata nell'Est Europa una volta a settimana

I cinquantacinque colpi della “Banda del buco”

di Redazione | 3 min

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di Simone Pesci

Sono 16 le misure cautelari in carcere notificate dai carabinieri del comando provinciale di Ferrara con un’operazione scattata all’alba di lunedì mattina. Quattordici di esse sono state attuate nei confronti di altrettanti membri appartenenti alla cosiddetta ‘Banda del buco’, organizzazione autrice di numerosi colpi nelle case delle province di Ferrara, Ravenna, Reggio Emilia, Bologna e Modena.

Mancano all’appello altre due persone ritenute dagli inquirenti appartenenti alla banda che sconvolse con i propri furti mezza regione. Per entrambi sembra essere questione di ore. I carabinieri li stanno cercando e il cerchio si è ormai stretto intorno a loro. Il singolare nome dato ai 16 presunti malviventi – di nazionalità ucraina e moldava in un range di età fra i 20 e i 40, di cui 7 residenti a Ferrara- è dato dal loro modus operandi.

Un modus operandi allo studio dei carabinieri già dal maggio 2016, come spiega il comandante provinciale dell’Arma, colonnello Andrea Desideri: “i sospettati infatti erano soliti, in orario notturno, praticare un buco nei garage dei malcapitati, oppure tagliare le lamiere in caso di particolari aperture basculanti”.

Una volta entrati all’interno delle cantine e nelle abitazioni i malviventi, che agivano simultaneamente in più zone a gruppi di 3-4, razziavano tutto quello che trovavano sulla loro strada. I carabinieri hanno infatti contato 55 furti grazie ai quali erano stati sottratti attrezzature edili e di bricolage, iPad, macchine fotografiche, navigatori satellitari e biciclette.

Oltre alle abitazioni, venivano prese di mira anche automobili. Numerose infatti risultano quelle colpite previa rottura del deflettore. In altri casi avveniva invece il furto dell’intera vettura. Secondo quanto scoperto dagli investigatori, “una volta a settimana – spiega il maggiore Marcello Mari, comandante del Norm – venivano organizzate delle vere e proprie spedizioni nell’Est Europa, dove la banda rivendeva il proprio bottino ai locali mercati neri. La refurtiva, prima di essere ricettata, veniva custodita in una cantina nei pressi di Corso Piave”.

Cantina in affitto a una donna, l’unica della banda, finita agli arresti domiciliari, a differenza degli altri 13 già in carcere a Ferrara, Bologna e Modena. Queste tre città erano ‘territorio’ della ‘Banda del buco’. Se Ferrara e la sua provincia erano la meta ‘preferita’ dai predoni (qui si registra infatti la maggior parte dei colpi), non rimaste immuni dalle loro razzie nemmeno Casal del Reno e Imola (BO), Finale Emilia (MO), Massalombarda (RA) e Reggio Emilia. Le auto e gli oggetti recuperati nell’operazione dai carabinieri del comando di Ferrara sono in via di restituzione – in alcuni casi già avvenuta- ai rispettivi proprietari.


A completare la corposa attività dell’Arma, sempre nelle stesse ore sono state notificate altre due misure, la prima nei confronti di un cittadino del Mozambico, già noto alle forze dell’ordine, e una nei confronti di un cittadino extracomunitario trovato in possesso di monili d’oro, fermato per resistenza a pubblico ufficiale. I due arresti sono avvenuti durante l’attività di ricerca dei componenti della banda.

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