Cronaca
11 Aprile 2017
Si sono conosciuti in carcere nel 2012. "Era buono, intelligente, un cervellone: non lo riconosco più"

“Io, in cella con Igor”

di Elisa Fornasini | 3 min

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Igor insieme al cappellano del carcere di Ferrara

Quattro mesi a stretto contatto con Igor ‘il russo’ prima che diventasse il terrore del Ferrarese. Sono quelli vissuti dal suo compagno di cella che nella primavera del 2012 ha incontrato il killer del Mezzano prima che diventasse un omicida: all’epoca dei fatti era conosciuto ‘solo’ come il “ladro ninja” che compiva diverse rapine e scorribande notturne armato di ascia, arco e frecce. L’ex detenuto, di cui non faremo il nome per garantirne l’anonimato, ci racconta un profilo molto diverso di Igor, un’altra personalità di una figura sempre più misteriosa e, alla luce dei fatti, inafferrabile.

Si è presentato come Igor o Ezechiele?

Il suo vero nome è Igor Vaclavic, anche le guardie lo chiamavano Igor. Il profilo falso su Facebook (quello sotto il nome di Ezechiele Norberto Feher, ndr) l’ha aperto dopo essere uscito dal carcere. E diceva di essere russo.

Per quanto tempo avete condiviso la cella?

Io sono stato dentro da febbraio a maggio 2012. In questi 4 mesi abbiamo condiviso insieme a un altro ragazzo la cella numero 28 del 2° braccio (nel gergo carcerario si intende la sezione, ndr), io dormivo nel letto sotto quello di Igor. Non ci ha mai detto perché era stato arrestato, non l’ha mai detto a nessuno, diceva sempre di essere innocente.

Che tipo di persona era?

Era una persona più che tranquilla, un bravo ragazzo. Mi ha aiutato, quando sono arrivato non avevo niente e mi ha prestato l’accappatoio e le ciabatte. Era una persona molto intelligente, un cervellone: costruiva dei giochi, tipo il Monopoli, con le sue mani. Mi ha anche regalato una cornice per le foto fatta con la carta delle sigarette. Stava spesso da solo per disegnare dei robot e secondo noi solo Einstein poteva fare queste cose. Amava anche i cartoni animati, lo chiamavamo Dragon Ball perché lo guardava sempre.

Come passava il tempo in carcere? Andava spesso in chiesa visti i rapporti col cappellano?

Per racimolare qualche soldo e poter vivere dignitosamente, aiutava il prete a fare le pulizie. Non so se fosse religioso, ma tutte le domeniche andava in chiesa anche perché offrono saponi e dolci. Oltre alle pulizie, era l’addetto alla consegna della spesa: sul block notes raccoglieva gli ordinativi dei compagni e poi distribuiva i prodotti. Il cosiddetto ‘spesino’.

Le ha mai parlato della sua famiglia o di qualche amico in zona?

So che aveva qualche amico ma non so che rapporti avesse con la sua famiglia. Ha passato una infanzia bruttina, ci raccontava che il padre non gli faceva mai vedere la tv perché si doveva guardare solo il calcio. Infatti lui odia il calcio, non lo sopporta, per vedere una partita dovevamo cambiare stanza. Nessuno della sua famiglia gli ha mai mandato dei soldi.

E del suo passato militare?

Non ci ha raccontato del suo passato, ma so che era un grande amante di armi. Di ogni arma sapeva a quanti metri sparare per colpire il bersaglio.

Si aspettava che avrebbe ucciso delle persone?

Mi sembra impossibile che sia stato lui. Non è da lui, l’Igor che conosco io non è quella persona. Non dico che non avesse le capacità, ma non lo riconosco. Era una persona buona, gli piaceva scherzare… o io non ho capito niente in 4 mesi o è successo qualcosa che lo ha fatto scoppiare. Non so darmi una spiegazione.

Siete rimasti in contatto dopo?

Sì, ci siamo scritti delle lettere. Siamo rimasti in contatto per qualche mese, fino all’inizio del 2013, quando io stavo scontando gli arresti domiciliari e lui era ancora in carcere. Infatti non so dove abitasse, io le lettere le spedivo al carcere di via Arginone. Ad un certo punto ha smesso di rispondere e io non gli ho più scritto, non ci siamo più visti o sentiti da allora.

Ha un’idea di dove si potrebbe nascondere?

Non ne ho idea, ma se lo sapessi ci andrei io stesso a chiedergli cosa cazzo sta facendo.

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