Cronaca
17 Marzo 2017
L'aggressore finisce agli arresti domiciliari, la vittima ricoverata in ospedale. Parla la moglie: "Ho paura per la nostra vita"

Massacra di botte il vicino, arrestato l’incubo di via Rambaldi

di Redazione | 3 min

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Carlo Dedoni, il capofamiglia 64enne della ‘casa degli orrori’, ha massacrato di botte il suo vicino di casa, il 61enne Gian Roberto Luzi. Il pestaggio a sangue è avvenuto giovedì pomeriggio, alle 18.30 circa, davanti all’abitazione di Luzi. Quest’ultimo stava caricando un computer portatile in macchina quando è stato avvicinato da Dedoni che ha cominciato a insultarlo e minacciarlo.

Niente di nuovo (i vicini sono ormai ‘abituati’ a subire una raffica di offese di ogni tipo dalla famiglia poco accomodante) se non fosse che questa volta si è passati dalle parole ai fatti. L’uomo ha colpito ripetutamente con calci e pugni la vittima, mandandola in ospedale dove è ricoverata nel reparto di medicina d’urgenza del Sant’Anna. Il 61enne, ancora sotto shock, ha riportato traumi ed escoriazioni varie con multipli ematomi giudicati guaribili in 25 giorni di prognosi.

La foto della vittima sul letto d’ospedale

Sul posto sono intervenuti i militari del Nucleo Operativo e Radiomobile insieme a quelli delle Stazioni Carabinieri di Ferrara e Porotto che hanno arrestato Dedoni nella flagranza del reato di lesioni personali. Dopo gli accertamenti in caserma, l’arrestato è stato posto ai domiciliari presso la propria abitazione. La misura cautelare che fa più paura alla famiglia perseguitata che negli ultimi anni ha presentato numerose denunce.

“Ho paura per la mia vita e per quella di mio marito – racconta terrorizzata Maria Rita Volpi che ha accompagnato il suo coniuge a Cona -. Lo ha riempito di botte, fino a farlo colare di sangue, perché abbiamo avuto il coraggio di denunciarli. Non vedevano l’ora di menarci perché l’altro giorno si è tenuta l’udienza davanti al giudice di pace per la mia denuncia di percosse sporta nell’agosto di due anni fa, quando mi hanno mandata in ospedale per aver fotografato le condizioni in cui tenevano i loro polli chiusi nel bagagliaio di un’auto”.

“Loro sono furiosi e avevano detto che ce l’avrebbero fatta pagare cara – rivela Volpi senza nascondere la preoccupazione che l’attanaglia da ormai troppo tempo e che non la fa più dormire -. E con gli arresti domiciliari siamo punto a capo. E’ una tragedia annunciata, rischia di scapparci il morto”. Da qui l’appello alle istituzioni: “Non si può più aspettare, è il momento di intervenire, di prendere provvedimenti per allontanarli perché sono persone molto pericolose”.

Della questione si è interessato Nicola Lodi, responsabile sicurezza e immigrazione della Lega Nord, che già lo scorso settembre, al tempo del ‘rapimento’ del gatto Poirot, aveva incontrato i residenti esasperati. Giovedì sera, con una delle sue consuete dirette su Facebook, ha denunciato la situazione direttamente da Cona dove ha incontrato la vittima sul letto d’ospedale. L’esponente del Carroccio ha provato anche a chiedere chiarimenti alla moglie dell’aggressore ma la conversazione non ha dato i risultati sperati.

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