Cronaca
10 Marzo 2017
Alla sbarra Italo Meletti, ma un giudice è stato distaccato a Bologna e salta l'udienza per sentire i clienti

Droga e prostituzione al Tuareg, processo rinviato a settembre

di Daniele Oppo | 2 min

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Doveva essere l’udienza in cui sentire gli “utilizzatori finali”, i clienti delle ragazze che lavoravano al Tuareg, nel processo contro il titolare del ‘sexy pub’ di Fossanova San Marco, Italo Meletti, imputato per sfruttamento della prostituzione, spaccio e detenzione abusiva di armi. Ma il distaccamento del giudice Alessandra Testoni alla Corte d’Appello di Bologna ha fatto saltare tutto, con rinvio al prossimo settembre.

A Meletti – che si trova in carcere per scontare una pena per estorsione – vennero notificati gli arresti domiciliari nell’aprile 2016 a seguito di un’operazione della Squadra Mobile di Ferrara che aveva scoperto un giro di prostituzione e droga all’interno del locale. L’imputato – 76 anni, legato a suo tempo con la Coca Connection – figurava come semplice gestore, mentre il presidente risultava essere una giovane ragazza rumena di 19 anni. Le indagini nacquero dopo che lo stesso Meletti massacrò a colpi di bastone quattro avventori che, ubriachi, volevano che il Tuareg aprisse alle 4 di notte, quando il locale aveva già chiuso i battenti.  Partirono gli appostamenti serali e notturni della polizia, vennero sentiti i clienti e venne accertato che all’interno si svolgeva una vera e propria attività di prostituzione con spaccio di droga, piccole quantità di cocaina che servivano ad allietare le serate degli avventori più facoltosi. Vennero effettuate anche intercettazioni ambientali e telefoniche, tramite le quali si scoprì come alcune delle ragazze (quasi tutte giovani e straniere) che intrattenevano i clienti nel locale versassero una sorta di affitto al gestore per poter utilizzare l’appartamento al piano superiore per prostituirsi. Dalle intercettazioni si risalì anche al cittadino nigeriano che riforniva di cocaina Meletti, tanto che in quell’occasione (febbraio 2015) il gestore del Tuareg venne arrestato (e rimesso in seguito in libertà) in quanto venne trovato con alcune palline di cocaina e, dopo una perquisizione del Tuareg, in possesso di una pistola Browning, risultata rubata, che teneva sotto il bancone.

Nel gennaio 2016 venne effettuato un’ulteriore perquisizione al locale, con l’ausilio dei cani antidroga, e vennero trovati anche alcuni ‘pizzini’ relativi alle prestazioni delle giovani prostitute, tanto da far scattare il sequestro del locale. Secondo le risultanze investigative,  le giovani ragazze effettuavano prestazioni all’interno del Tuareg, con tariffe variabili, e alcuni clienti (molti provenienti dalle province limitrofe) arrivavano a spendere in una serata fino a 2mila euro tra cocktail, cocaina e prostitute.

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