Cronaca
21 Febbraio 2017
La procura ha chiesto la condanna a 2 anni e 1 mese di reclusione

Accusato di stalking alla ex compagna, sentenza a marzo per Fiti

di Daniele Oppo | 2 min

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Sentenza a marzo per Constantin Fiti, uno dei tre condannati per il brutale omicidio di Pierluigi Tartari, alla sbarra per stalking contro la ex compagna. Nell’udienza di lunedì 20 febbraio il vpo Elisa Bovi ha chiesto una condanna a 2 anni e 1 mese di reclusione.

I fatti risalgono al periodo che va dal 2011 al 2015, quando Fiti – nei primi anni ancora minorenne – ebbe una relazione di qualche mese con una donna di Ferrara, che rimase nel frattempo incinta. Date le precarie condizioni di salute della donna – parte civile nel processo tramite l’avvocato Saverio Stano -, il bambino venne tolto alla madre, ma lui insisteva per vederli entrambi, minacciando, pedinando e molestando la donna, tanto da costringerla a cambiare numero di telefono e casa.

In precedenza lei si era già rivolta al Centro Donna e Giustizia che la sistemò in una casa protetta, ma venne scoperta da Fiti. Le molestie proseguirono, in un episodio lui sfondò anche la porta di casa e la donna, esasperata, decise di riprovarci, seguendolo in Romania dalla sua famiglia. Solo che lì, dopo pochi giorni di tranquillità, Fiti – secondo quanto ha raccontato la donna – iniziò a picchiare sia la madre che la sorella, e venne sbattuto fuori di casa dal compagno della madre. Andò così dai nonni, che vivevano in una sorta di baraccopoli, ma in questo frangente lasciava spesso fuori la sua compagna, costretta a lunghe ore di attesa al freddo, sotto la neve, mentre era aspettava un bambino. Venne ricoverata in un ospedale, che contattò il consolato italiano il quale riuscì ad organizzare il suo ritorno in Italia.

E, ovviamente, non finì lì, perché Fiti – che ha avuto un figlio anche da un’altra ragazza – continuò a molestarla e a minacciarla per telefono, anche mentre si spostava per l’Europa, con chiamate anche dalla Francia fino al suo ritorno a Ferrara e fino a che non venne arrestato nel 2015 per l’omicidio di Pierluigi Tartari, per il quale è stato condannato all’ergastolo con isolamento diurno per un anno e decadimento dalla potestà genitoriale.

Nell’udienza di lunedì 20 febbraio sono stati sentite come testimoni la madre e la sorella della donna e un’assistente sociale del servizio Ausl che la aveva in cura, che ha riferito di vari episodi in cui Fiti si presentava per avere informazioni su di lei e sul bambino, minacciando anche gli operatori, e compiendo atti autolesionistici per essere ricoverato a sua volta.

Su richiesta della difesa il giudice Debora Landolfi ha aggiornato l’udienza a marzo, quando arriverà la sentenza.

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