Argenta
11 Febbraio 2017
L'ultima testimone della procura invitata a spiegare il significato di alcune telefonate: "Solo chiacchiere da bar, ero arrabbiata". La difesa: "Gossip"

Crac Cmr. “Caravita, conti offshore alle Seychelles”

di Daniele Oppo | 3 min

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(archivio)

Filo di Argenta. Proseguono le lunghe e complicate udienze del processo per il Crac della Cmr, la cooperativa di costruttori di Filo di Argenta che vede imputati l’ex dg Pier Bruno Caravita, l’imprenditore Paolo Conforti e altre ‘minori’, sui quali pendono 21 capi di imputazione che vanno a vario titolo dalla bancarotta distrattiva a quelle dissipativa e preferenziale.

Nell’udienza di venerdì 10 febbraio si è conclusa l’escussione dei testi chiamati dal pubblico ministero Nicola Proto, ed è iniziata quella dei testimoni di parte civile (il fallimento Cmr, rappresentato dall’avvocato Eugenio Gallerani).

Tra i testi del pm anche l’avvocato Sara Ricci, che in Cmr faceva parte dell’ufficio legale, alla quale è stato chiesto conto di quanto affermato in alcune intercettazioni, in particolare per la curiosità mostrata da Lauro Capisani – ex vicepresidente della coop – per i suoi colloqui con la guardia di finanza a crac ormai svelato. In quelle telefonate la Ricci affermava con i suoi interlocutori frasi come “cercate i soldi, troverete i responsabili” e “Il mio dj (che ha spiegato essere il dg Caravita, ndr) va ogni due mesi alle Seychelles, gli piacciono le tartarughe, versione ufficiale…”, appellava con “Trio Lescano” Caravita, Capisani (definito nelle telefonate anche “cagnolino” e “curioso come una biscia”) e l’ex presidente Giorgio Camilletti e ha affermato che “il capo della banda” fosse Caravita, dicendo che “se vanno a vedere i conti offshore alle Seychelles…”. Il tutto è stato però liquidato dalla stessa testimone – che ricordava poco delle conversazioni – come “chiacchiere da bar, gossip”, dovute alla “rabbia per aver perso il lavoro e le partecipazioni nella coop”.

Su queste voci la difesa di Caravita, l’avvocato Lorenzo Valgimigli, non concede alcuna replica se non un “non rispondiamo al gossip, perché tale è come ha detto la stessa testimone”. Non risultano d’altronde indagini su eventuali conti offshore.

Prima della Ricci è stato sentito anche il legale rappresentate della Snc Porta Malatestiana, che nel 2005 aveva incaricato la Cmr per la costruzione di un centro commerciale (che costò alla coop circa 11 milioni di euro persi), e ha raccontato come per far continuare i lavori che non riusciva a pagare (dopo aver dato 850mila euro di anticipo), consegnasse del denaro a un procacciatore d’affari – tale Lepera – che gli riferiva che li avrebbe in parte girati anche a Caravita.

Tra i testimoni sentiti – il primo chiamato dalla parte civile – anche Luca Bertoncelli, addetto alla contabilità sia ai tempi del crac e ora anche nella procedura fallimentare. A lui è stato chiesto di spiegare alcuni giri di fatture legate alla costruzione del centro commerciale per la Snc Porta Malatestiana e al relativo pagamento del lavoro di progettazione all’ingegner Sergio Marinelli (un capo d’imputazione per bancarotta riguarda proprio la corresponsione di 650mila euro al professionista) – che avrebbe ricevuto compensi per la stessa prestazione anche dalla Snc – ; oltre che per l’affaire dell’Holyday Inn, l’albergo di Marinara di Ravenna.

L’ultimo testimone di rilievo è stato il notaio Bugani, che redasse l’atto della contestata cessione del 60% di Serco (una controllata di Cmr venduta per 12mila euro anziché per 60mila come sarebbe stato congruo secondo l’accusa) al gruppo Nettuno. In quegli atti risulterebbe il nome di Carlo Fossati come acquirente, considerato dalla procura un prestanome di Paolo Conforti (anch’egli imputato), presidente del Gruppo Nettuno.

La prossima udienza sarà il 24 febbraio, quando Bruno Caravita si sottoporrà all’esame e potrà controbattere direttamente a tutte le accuse.

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