Attivare subito percorsi di reinserimento lavorativo degli ex dipendenti Carife. E’ la proposta del consigliere di Forza Italia Vittorio Anselmi per creare nuove opportunità di lavoro per i “numerosi impiegati che si trovano a pagare un prezzo altissimo per la crisi della nostra banca territoriale”.

Un nuovo spiraglio, quindi, per i 300-350 dipendenti (su 850 totali) che procederanno con l’esubero volontario richiesto da Bper per acquisire la Cassa di Risparmio di Ferrara. In ogni caso, “il numero di dipendenti che la vicenda Carife alla fine lascerà senza posto di lavoro (con più o meno incentivi poco cambia) – nota Anselmi – sarà talmente rilevante da costituire una ennesima emergenza occupazionale in una Provincia già provata da tante, troppe crisi aziendali, molte delle quali ancora in corso”.

Da qui la speranza di un nuovo mestiere offerta dal consigliere forzista. Il suggerimento, presentato al sindaco e alla giunta tramite una mozione, passa da tre strumenti tra cui “adoperarsi con la Regione Emilia Romagna affinché vengano subito individuati ed attivati tutti i meccanismi e gli strumenti utili ed idonei alla creazione di percorsi formativi e di reinserimento lavorativo per gli ex dipendenti Carife, utilizzando fondi propri e/o attingendo ai fondi europei di norma dedicati a queste forme di sostegno”.

Anselmi chiede anche di “creare una rete territoriale con istituzioni, Camera di Commercio, enti, agenzie ed associazioni per l’attivazione di percorsi di reinserimento lavorativo e di riqualificazione professionale, mettendo a sistema le diverse risorse esistenti e organizzando un’offerta ampia e molteplice, che consenta di creare nuove opportunità di lavoro ai numerosi ex dipendenti Carife”.

L’ultima idea è “far sì che gli interventi di ‘compensazione territoriale’ promessi dall’ex viceministro Morando a favore della nostra Provincia, allorquando saranno individuati e definiti, debbano obbligatoriamente prevedere meccanismi volti al reinserimento lavorativo degli ex dipendenti Carife”. Anche perché “non è sicuro che la riduzione di personale per rendere appetibile la banca sarà sufficiente a garantire che l’eventuale acquirente salvaguardi il posto di lavoro di chi non aderirà al meccanismo volontario, nel caso gli esuberi non raggiungano il minimo di 300 unità”.