Goro
17 Dicembre 2016
Trovata casa a famiglia sfrattata. Le cooperative offrono un conto spesa

Il riscatto di Goro

di Redazione | 2 min

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Prima ha provato a fuggire dai carabinieri in auto poi, dopo essere uscito di strada, a piedi. È quanto accaduto nel tardo pomeriggio di ieri, mercoledì 17 aprile, quando una pattuglia dei militari di Goro ha notato una Volkswagen Golf guidata da un uomo che stava girando ad alta velocità per le vie del paese

gorino 3Goro. Goro e Gorino non sono solo barricate e i suoi abitanti, come dimostrato più volte in un passato recente e in un passato remoto, sono capaci di grande solidarietà. L’ultimo esempio in ordine di tempo lo si avrà questa mattina, quando Fausto Giannella di Goro, portavoce della rivolta del 24 otttobre ed esponente di Fratelli d’Italia, consegnerà le chiavi di casa a una famiglia con quattro bambini rimasta senza casa.

Si tratta di una storia che arriva da Cavarzere, in provincia di Venezia. Padre, madre e quattro figli minorenni si sono visti sfrattare da casa quando il capofamiglia, a causa di temporanei problemi d salute, non è più riuscito a lavorare e a pagare l’affitto.

La macchina della solidarietà è partita proprio dalla vicina Goro. Una signora di 70 anni, che dispone di diversi immobili, ha offerto una casa di sua proprietà, situata a Mesola, a costo zero. E, per provvedere ai bisogni di prioma necessità, dieci cooperative di pescatori hanno raccolto la somma di 900 euro che finirà in un conto spesa a disposizione del nuceo familiare veneziano.

“E per quando finiranno – aggiunge Giannella -, se il padre non avrà ripreso a lavorare, ne aggiungeremo ancora, cis siamo già assunti questo onere”. E quella che si concretizzerà stamani non è l’unica dimostrazione di solidarietà che arriva dal paesino ai limiti del Delta. “Al tempo dello Tsunami in Indonesia, nel 2004 – ricorda Giannella – ci siamo attivati con una colletta per costruire due barche per i pescatori della Thailandia”. O, più recentemente, “siamo andati nei paesi terremotati del Centro Italia per comprare i loro prodotti per fare i pacchi regalo di natale”.

E ora questa famiglia di Cavarzere, italiana, che fa da contraltare al rifiuto della corriera con le dodici profughe. “Ci saremmo attivati anche se fossero stati stranieri – assicura Giannella -. Per noi le barricate di Gorino sono state solo un fatto mediatico. Noi non abbiamo mai fatto niente contro nessuno, ma non si può appropriarsi di un bene che serve alla comunità. A Goro non ci sono case libere. E questa signora ha offerto infatti una sua casa a Mesola”.

E anche il risultato referendario, con oltre il 70% dei no, è legato a quanto successo? “Assolutamente sì. Nessuno, nemmeno un ministro (Alfano, ndr), si può permettere di offendere una comunità senza nessun motivo, senza nemmeno sapere bene cosa sia successo. Il nostro è stato un no politico al cento per cento”.

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