Politica
15 Dicembre 2016

Caso Gaibanella. Naomo Lodi a processo per minacce

di Redazione | 2 min

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Lodi mentre applaude il camion che lascia Gaibanella

Lodi mentre applaude il camion che lascia Gaibanella

Proseguiranno in un’aula di tribunale le polemiche per i fatti di Gaibanella di questa estate. Il gestore di Villa Modoni, Luigi Iannaccone, classe ’66, ha denunciato i proprietari della villa, Alberto Minghini, 69 anni,e la moglie Patrizia Anteghini, 62. E con loro anche Nicola ‘Naomo’ Lodi, 42 anni. Per loro l’accusa è di minacce.

Il primo per avere minacciato il 50enne in più occasioni, con parole quali “lo impicco”, “te la faccio pagare” e mostrandogli il pugno rivolto verso il viso. La seconda per la frase “stai attento, è meglio che ti chiudi”. E il responsabile immigrazione della Lega Nord di Ferrara per aver detto che “ogni volta che entra un furgone noi saremo qui”.

Presunte minacce di lieve entità, tanto che a procedere è il giudice di pace. Ma Iannacone, marito della legale rappresentante della Global Business Service che ha in locazione la struttura, si è costituito parte civile attraverso l’avvocato Sergio Di Chiara e sembra intenzionato ad andare fino in fondo. Anche perché, si legge nella querela, da allora non si sente più tranquillo “quando entro nella villa” e prova un “continuo imbarazzo a seguito delle diffamazioni rese pubbliche attraverso facebook”.

I fatti contestati risalgono al 4 agosto, quando i proprietari, spalleggiati da esponenti del Carroccio, si sono presentati in via Ravenna e hanno costretto al dietrofront il camion inviato da Camelot per scaricare gli arredi per i locali che a quel tempo avrebbero dovuto ospitare 30 migranti. La settimana successiva Minghini si sarebbe presentato nel garage dell’abitazione di Iannaccone. E anche qui, alla presenza di testimoni, si sarebbe reso protagonista di offese e minacce. stesso copione sette giorni dopo.

La querela contro Lodi riguardava anche l’ipotesi di diffamazione per alcune frasi scritte su facebook, ma il giudice ha ritenuto di prendere in considerazione solo l’ipotesi di minacce.

In udienza l’avvocato Carlotta Occari, che difende tutti e tre gli imputati, ha chiesto di rigettare la costituzione di parte civile dal momento che il difensore non era munito di procura e improcedibilità perché non aveva procura a comparire.

Il giudice si è riservato sulla relativa decisione ha rinviato le parti a marzo.

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