Dopo anni di abbandono e degrado, si cercano nuovi acquirenti per parte dei Magazzini Darsena. L’asta pubblica è fissata per il 17 febbraio dopo il primo tentativo andato a vuoto lo scorso ottobre. Con 25 milioni di euro, questo il prezzo minimo da cui parte la vendita, si possono ‘portare a casa’ 128 appartamenti, 4 mila e 500 metri quadri di galleria commerciale e i parcheggi sotterranei per residenti e attività commerciali.
Un ‘affarone’, se non fosse che l’area non è vista di buon occhio dopo il fallimento della società di Mascellani che ne ha segnato l’inevitabile declino, con serrande abbassate, alloggi disabitati, cantieri mai ultimati. Per rendere più appetibile il complesso, il Fallimento Magazzini Darsena spa ha completato le opere di urbanizzazione rimaste incompiute con un investimento da 450mila euro.
I lavori, partiti un anno e mezzo fa con la domanda di permesso di costruire presentata dal curatore fallimentare Enrico Baraldi, si sono praticamente conclusi e hanno visto il ripristino e completamento di asfaltature, pavimentazioni, segnaletica, marciapiedi, aree verdi e la piazzola di carico per la piastra commerciale. La prima fase, quella più consistente, è consistita nella bonifica per ripulire l’area dal degrado.
“Dietro le recinzioni (quelle dei lavori mai completati, ndr) c’era di tutto: le persone dormivano nelle baracche e c’erano cumuli di immondizia – racconta il direttore dei lavori Michele Cervellati -. Ci sono voluti sei mesi per ripulire questa porzione del lotto rimasta interclusa e abbandonata a se stessa. Dopo lo sgombero, siamo partiti con i lavori che hanno ricreato un’armonia architettonica e migliorato la viabilità, rendendo fruibile la quasi totalità del comparto. Nei prossimi giorni è programmato il collaudo del Comune e poi procederemo con la preparazione della vendita”.
All’asta, come detto, ci sono l’area commerciale, due piani interrati di parcheggi e le palazzine residenziali. “Prima del fallimento, buona parte degli appartamenti erano già semi arredati – ricorda ancora Cervellati – ma poi sono arrivate le bande di malavitosi che hanno portato via di tutto: termosifoni, rame, suppellettili e alcune parti dell’impianto elettrico come citofoni e interruttori. Era diventato un sito pericoloso ma ci siamo attrezzati con guardianeria, presidi della polizia, impianto di allarme e videosorveglianza”.
“Investire nelle aree degradate è un modello virtuoso da applicare in altre situazioni difficili per non vedere più scheletri e per incentivare il rilancio specie in un quartiere che ha bisogno di punti di vivibilità” commentano all’unisono gli assessori all’Urbanistica Roberta Fusari e ai Lavori Pubblici Aldo Modonesi. Presenti al tour del Darsena City anche i rappresentanti delle tre proprietà: Magazzini Darsena (quella fallita), Igd (Immobiliare Grande distribuzione) e “Beni Stabili” (che gestisce la galleria commerciale e il cinema) e la Sinteco (che si occupa della palazzina direzionale e studentato, parte di altre procedure del concordato).
La riqualificazione dell’area non interessa solo l’esterno ma anche l’interno della città nella città. “La galleria al pianterreno cambierà volto nel 2017 – anticipa il direttore del centro commerciale Giovanni Ragusa -. Abbiamo appena aperto il nuovo punto vendita di Pittarosso ed entro la metà del prossimo anno entrerà un nuovo negozio di abbigliamento di una marca conosciuta che manca a Ferrara. Al piano superiore stiamo invece studiando attività di intrattenimento collegate con il cinema, che con l’iniziativa dell’ingresso a 2 euro ogni secondo mercoledì del mese sta andando molto bene: il mese scorso abbiamo registrato 4mila presenze”.
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