Goro
23 Novembre 2016
Le opposizioni chiedono approfondimenti, dalle coop l'invito a trovare alternative al bando

Vongole. La Regione tira dritta sulla nursery a gestore unico

di Redazione | 4 min

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(foto di archivio)

(foto di archivio)

Nella seduta di martedì della commissione Bilancio, affari generali e istituzionali, presieduta da Massimiliano Pompignoli, si è tenuta l’informativa della direzione generale Agricoltura, caccia e pesca e l’audizione di associazioni in merito alla predisposizione del bando per la concessione delle aree di nursery Bassunsin, Pianassao, Volan/Boccaura e Nazioni all’interno della Sacca di Goro, in provincia di Ferrara, dove si allevano le vongole.

Nella Sacca di Goro – hanno ricordato i tecnici della Regione – viene praticato da anni l’allevamento intensivo di mitili. Sono circa 1.650 gli addetti, 1.400 appartenenti alla marineria di Goro e circa 250 a quella di Comacchio, e un centinaio le cooperative che vi operano. Il totale dell’area destinata all’allevamento dei mitili è pari a 12,5 milioni di metri quadrati, dei quali 1,1 milioni regolamentati dalla Regione quali aree di nursery. Tali aree – hanno spiegato i tecnici – sono destinate alla coltivazione del seme (novellame), fondamentale per rimpinguare gli allevamenti dei mitili. L’attività di raccolta del novellame si effettua attraverso periodiche campagne effettuate dagli operatori, riuniti in un Consorzio di gestione, tramite un particolare strumento chiamato idrorasca. Dato che l’utilizzo dell’idrorasca può essere autorizzato dal ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali solo in aree date in concessione, “per superare il problema delle deroghe e rendere più efficace il controllo della Capitaneria di porto, il ministero ha invitato la Regione a dare in concessione l’area di nursery”. Di qui la decisione dell’Ente di “addivenire alla predisposizione di un bando con la condivisione più ampia possibile delle cooperative e degli addetti”. Considerato che il novellame non ha mercato, perché serve unicamente per l’allevamento, ed è da considerarsi un bene pubblico a disposizione di tutti coloro che hanno concessioni regolari, “l’orientamento maturato nel corso degli incontri con le associazioni di categoria va nella direzione di individuare un unico soggetto gestore cui affidare in concessione l’area di nursery”. Il criterio che si sta valutando per la distribuzione del seme è quello di “una quantità proporzionale all’estensione dell’allevamento che ogni operatore ha in regolare concessione, compresi quelli nei canali”. La prossima riunione coi presidenti delle cooperative – hanno concluso i tecnici – sarà decisiva per concertare la definizione del bando, che dovrebbe essere pubblicato entro la fine dell’anno.

Galeazzo Bignami (Fi) ha chiesto “chiarimenti tecnici in merito alla predisposizione del bando, in particolare per quanto concerne il metodo di ripartizione del novellame raccolto”. Andrea Bertani (M5s), richiamando l’importanza di tutelare una risorsa pubblica, ha invitato la Regione a “valutare tutte le opzioni alternative alla concessione dell’area nursery a un unico soggetto gestore, in modo da non creare divisioni fra gli operatori e iniquità nella ripartizione del novellame”. Stefano Bargi (Ln) ha invitato la Regione a “valutare la regolamentazione dell’area evitando la concessione a un unico soggetto gestore, che rischierebbe di creare un pericoloso monopolio”.

Per Paolo Calvano (Pd) la soluzione individuata dalla Regione, in accordo con le associazioni, di dare in concessione la nursery, va nella giusta direzione. L’obiettivo, infatti, deve essere quello “di tutelare e gestire al meglio un bene pubblico e valorizzare in modo efficace l’economia della Sacca”. Infine, ha espresso “contrarietà in merito alla scelta di convocare in audizione solo alcune cooperative, peraltro con una attenzione particolare per quelle che a vario titolo sono dubbiose circa l’opzione del bando a un unico soggetto”, giudicando la convocazione di singole cooperative “contraria alla logica della rappresentanza”.

Marcella Zappaterra (Pd) ha sottolineato come grazie al bando unico si apra una nuova fase per la gestione della Sacca. Negli ultimi anni, infatti, è stata notevole la crescita culturale degli operatori e delle cooperative di riferimento, che “hanno investito in modo diretto nella gestione della Sacca e per superare divisioni e frazionamenti, tanto da rendersi sempre più competitivi”. Infine, in merito al percorso per la predisposizione del bando, ha sottolineato come “con le associazioni di categoria finora non ci sia stato semplice confronto bensì massima condivisione delle soluzioni”. Pertanto, ha concluso, “non è corretto convocare in audizione chi sin dall’inizio si è chiamato fuori”.

I presidenti delle cooperative – Rino Conventi (Coalmo), Vadis Paesanti (Federcopesca) e Sergio Caselli (Legacoop pesca) – hanno invitato la Regione a valutare anche soluzione alternative al bando, quali la costituzione di un soggetto pubblico di gestione o sotto il diretto controllo del pubblico, al fine di evitare pericolose rendite di posizione e non disperdere quanto di buono realizzato mediante la gestione diretta delle campagne di raccolte. “L’area di nursery- hanno ricordato- è fondamentale per l’allevamento, pertanto è vitale una gestione unitaria con pari dignità nella ridistribuzione del novellame”.

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