Politica
16 Novembre 2016
‘Io dico no’, il tour del Movimento 5 Stelle fa il pienone a Ferrara

Di Battista: “In Senato i leccaculo dei partiti”

di Redazione | 3 min

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Un bagno di folla per i parlamentari grillini che hanno fatto tappa con il loro tour ‘Io dico no’ in piazza Trento e Trieste per spiegare le loro motivazioni del No al referendum del 4 dicembre e attaccare in modo deciso l’operato del governo.

Il più acclamato è stato senza dubbio Alessandro Di Battista: “Sono convinto che i partiti politici abbiano messo in conto che possiamo andare al governo, sanno che quello che diciamo poi lo facciamo e si sono blindati per potersi mantenere sulle poltrone il più possibile – afferma il deputato -. Noi vorremmo due modifiche alla Costituzione: via immunità parlamentare e obbligo di dimissioni per chi cambia partito”. Venendo alle questioni del referendum non sono mancate ampie critiche: “non è vero che il nuovo Senato non conterà nulla, deciderà su trattati internazionali e riforme costituzionali e verrà eletto tra i leccaculo dei partiti e chi ha problemi con la giustizia per avere l’immunitá”.

“C’è una doppia Italia: i pochi ricchi da una parte e chi vive quotidianamente con i problemi dei trasporti e della sanità pubblica” accusa Di Battista, non prima di aver definito il paese “una repubblica fondata sui bonus che vengono dati dopo averci tolto dei diritti”.

Sempre sulla riforma costituzionale arrivano le bocciatura anche di Andrea Cecconi (“danno le colpe delle loro difficoltà alla Costituzione ma le responsabilità sono di questi farabutti che ci governano”) e Riccardo Nuti (“con questa riforma i sindaci responsabili di infiltrazioni mafiose potranno diventare senatori e votare il presidente della Repubblica”).

“Mi fa molto arrabbiare dover girare le piazze per difendere la Costituzione con tutte le difficoltà che abbiamo e la responsabilità della situazione è del presidente del consiglio e della maggioranza, ma il 5 dicembre andranno a casa” grida Roberto Fico, prima di lasciare la parola a Roberta Lombardi che non usa mezzi termini nell’accusare i partiti: “per questi signori contano solo potere e soldi. Non hanno neanche le palle per dire che non vogliono tagliarsi lo stipendio”.

Il problema secondo Carlo Sibilia “non riguarda la velocità delle leggi ma la loro qualità. Quello che interessa viene approvato in poco tempo come la Legge Boccadutri (finanziamento ai partiti ndr) passata in 15 giorni”. È proprio il rappresentante 5 stelle in commissione affari esteri a mostrare con un grafico come sarebbe oggi il nuovo Senato: “Se passasse la riforma il Pd avrebbe 57 senatori, il centro destra 28, il Movimento 5 Stelle e il gruppo misto 5 a testa. Un partito al 26% avrebbe maggioranza assoluta del nuovo Senato”.

A fare da padrone di casa è Vittorio Ferraresi che tuona contro diverse situazioni locali: “Al posto dell’articolo 47 potrebbero scrivere ‘la Repubblica tutela truffatori e banche ma non i cittadini’ (chiaro riferimento alla vicenda Carife ndr). Il diritto al lavoro viene calpestato e in questa provincia lo sappiamo bene dalla Vm alla Berco fino al petrolchimico”. Ma non è tutto: “In Emilia Romagna abbiamo una delle arie più inquinate al mondo e Tagliani che non riesce a garantire la sicurezza sul territorio figuriamoci se può essere mandato a fare leggi in Senato”.

A chiudere il comizio è Paola Taverna: “Contiamo talmente poco che ci possono comprare con 83 centesimi all’anno perché il risparmio di questa riforma è 50 milioni di euro. Se Renzi voleva fare delle cose le doveva fare durante i tre anni di governo non distruggendo la Costituzione”.

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