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di Serena Vezzani
Bondeno. Le indagini geofisiche e archeologiche, il restauro della Torre matildea e del crocifisso trecentesco, passando per la storia della chiesa arcipretale di Bondeno: queste le tematiche al centro del convegno che ieri, dalle 16 alle 19 in Sala 2000, ha visto impegnati storici, architetti, restauratori e archeologi.
A ripercorrere la storia della chiesa arcipretale Andrea Calanca, che ne ha individuato la presenza già dal X secolo; la certezza delle presunte origini ‘matildiche’ non è tuttavia suffragata da nessuna testimonianza, ha spiegato. “Dal XII al XIV secolo abbiamo poche notizie, ma sappiamo per certo che è all’inizio del ‘400 che si arriva al completamento del campanile”, mentre dal XVI all’Ottocento gli investimenti vanno tutti alle cappelle laterali e a un progetto omogeneo, organico e simmetrico dello spazio: conformazione che verrà mantenuta fino all’inizio del Novecento, “col sollevamento della facciata a vela”.
Il primo intervento di restauro, ha illustrato poi Mauro Librenti, dell’università di Venezia, ha riportato alla luce un fatto interessante nella navata: “In posizione centrale, abbiamo trovato la muratura di un pilastro di fondazione medievale, che probabilmente sosteneva una colonna romanica. Abbiamo rilevato anche la base di una tomba a cassa con mattoni di modulo romano, probabilmente dell’XI-XII secolo, che viene intercettata da un ossario, una fossa comune del’XIII secolo”.
L’ipotesi di un’antica struttura al di sotto della navata è stata confermata anche dalle indagini geofisiche di Giovanni Santarato, Samuel Bignardi e Nasser Abu Zeid (Unife): “Il georadar ha individuato numerose anomalie e punti di interesse archeologico, delle strutture organizzate, anche a tre metri di profondità, alternate a zone vuote laddove sono stati compiuti scavi in precedenza”.
Il secondo intervento di scavo dietro l’abside gotica ha invece determinato il ritrovamento di un muro: “Probabilmente si tratta di una struttura di delimitazione tra l’area cimiteriale – ha proseguito Librenti, – confermata dal terreno pieno di ossa umane, a un’area di non pertinenza religiosa, un fossato colmato approssimativamente intorno al 1200-1300”.
A illustrare i lavori di restauro scientifico alla Torre matildea l’architetto Patrizia Polastri: “I danni del sisma sono stati sia interni che esterni, ma la parte alta della torre è l’area che ne ha risentito maggiormente, con il distaccamento delle scale d’accesso alla cella campanaria e il crollo dei voltini. I solai in legno sono stati rinforzati con un intervento metallico perimetrale diagonale che verrà coperto da un’ulteriore pavimentazione; le volte in muratura coperte da strisce di fibre di carbonio nel primo e nel secondo livello; una cucitura armata è stata inserita nella muratura”. Ha parlato invece del restauro del Crocefisso Mauro Sorpilli: un restauro che ha riportato alla luce il viso del Cristo, ottenuto con due strati pittorici, e l’impasto di argilla e stoppa di canapa usato per il corpo.
A trarre le conclusioni il sindaco Fabio Bergamini: “Questi lavori sono la testimonianza che anche nella disgrazia si possono recuperare pezzi di storia dimenticati o perduti. Ma non ci fermiamo qui: in cantiere abbiamo la volontà di approfondire ancora il piano interrato della torre”. Il convegno è stato organizzato dal comune di Bondeno, all’associazione Bondeno Cultura, dal gruppo archeologico di Bondeno, Rotary area estense e Lions club, in collaborazione con Sabap-Bo.
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