A Cona piove. Niente di strano. Ma chi esce dalle aule didattiche, proprio di fianco all’ingresso principale, non può mangiare un panino o fumare una sigaretta in pace perché si bagna. Soprattutto i poveri studenti, che d’estate, fra l’altro, non hanno a disposizione neppure l’ombra di un alberello o una panchina.

Già l’ospedale di Cona, con il suo grigiore, ricorda il Jefferson Institute di “Coma profondo”, poi l’insensibilità degli amministratori fa il resto.

Che cosa ci vuole a mettere un paio di panchine dove sorseggiare il caffè fra una lezione e l’altra e due alberelli che danno un po’ d’ombra davanti alle aule didattiche?

Ma passi per panchine e alberelli (amici del verde, dove siete?). La cosa più grave è che non ci sia uno straccio di pensilina – anche di modesto plexigas – per riparare dalla pioggia chi entra e chi esce.

Stesso discorso per le aule dove si tengono convegni (vicino alle aule didattiche). Quando arrivano invitati ed ospiti, se piove non c’è niente da fare. La pioggia, democraticamente, bagna tutti. Perché non mettere una pensilina anche lì? Se no, chi esce negli intervalli di un convegno, si ritrova come un pulcino bagnato! Bella figura, caro Dott. Carradori, con le autorità e i luminari che partecipano ai convegni!

Abbiano un’enorme pensilina, con tanto di simboli esoterici sul frontone a – di cui nessuno ha mai fornito la spiegazione – all’ingresso 1,ma per il resto…buio (o meglio pioggia) totale.

Visto che il Direttore Generale è quasi nuovo, gli ricordo che nei parcheggi non c’è nemmeno un cestino e questo induce molti a gettare per terra le cartacce e il resto. Ci vuole tanto a mettere qualche cestino nei parcheggi? I soldi per una nuova, poetica (e secondo me inutile) segnaletica con luna, sole e stelle si sono trovati. Per qualche cestino e due pensiline non si trovano?

Dobbiamo organizzare una colletta?

Salvina Bassi