di Mattia Vallieri
Un incontro con così tanti ragazzi giovani per suo stessa amissione “non capita molto spesso”. Per una sera la platea del sindaco Tagliani non sono politici, imprenditori locali, rappresentanti istituzionali o autorità ma un gruppo di studenti che ha affollato il Campus Universitario di via Luigi Borsari.
Avventura e viaggio erano i termini più utilizzati dal primo cittadino estense e dall’assessore Felletti nella loro lettera di saluto rivolta agli studenti per l’inizio del nuovo anno scolastico e di queste parole Tagliani ha dato spiegazioni all’incontro ‘Voglio vivere così’ organizzato dalla Fondazione Enrico Zanotti.
“Siamo abbastanza desiderosi, soprattutto i giovani, di cose che non danno la vita per scontata e diventare maturi significa trovare gli ingranaggi nelle nostre esperienze per essere diversi dagli altri” sottolinea Tagliani, continuando a ribadire più volte l’importanza dell’originalità “in una società che mi dà l’impressione di omologarsi alle stesse scelte”. Su cosa deve essere la scuola per i ragazzi il sindaco ha un’idea precisa: “E’ importante che sottolinei i tratti originali degli studenti e non solo quelli omogenei. La mia generazione ha protestato tanto ma risolto poco e oggi c’è ancora più bisogno di originalità che è diverso dall’individualismo”.
Ai ragazzi che gli domandano il perché di quella lettera di saluto, Tagliani dichiara di “sentire un senso di responsabilità verso le vite di ognuno. Quando uno fa il sindaco le esperienze dei propri concittadini diventano anche le proprie perché non si riesce ad essere distanti da quello che succede in città”.
“Il nostro coraggio e le nostre avventure sono frutti del valore aggiunto degli sguardi che riceviamo dagli altri” afferma ancora Tagliani, sostenendo come “nella società di oggi abbiamo mille modi di rifiutare le relazioni. La scuola deve essere il primo luogo in cui si esercita il coraggio e non va affrontata in maniera passiva o non gratificante”.
In conclusione il primo cittadino ringrazia la Fondazione Enrico Zanotti di cui ha fatto parte: “Una società sta insieme se c’è un legame ed oggi la parola più in voga è società liquida, cioè senza radici – chiosa Tagliani -. Io a questa formula non ci credo e ho forte la consapevolezza che le relazioni debbano avere un significato, dobbiamo trasmettere qualcosa agli altri costruendo apparati radicati che sono fondamentali per la società e che l’omologazione non riesce a creare”.
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