Masi Torello
19 Agosto 2016
Enti locali schierati contro il governo dopo il trasferimento delle competenze dalle Regioni allo Stato per effetto del decreto Sblocca Italia

Trivellazioni: il ministero riapre l’iter per Comacchio e Masi Torello

di Ruggero Veronese | 3 min

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(immagine di archivio)

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Torna l’allarme trivellazioni nel territorio ferrarese. Il ministero dell’ambiente guidato da Gian Luca Galletti ha infatti concesso tre proroghe agli iter autorizzativi per altrettanti pozzi esplorativi in Italia, due dei quali situati a pochi chilometri di distanza nella provincia di Ferrara: a Masi Torello e nell’area del Delta del Po. Due progetti distinti che da tempo hanno trovato un’accesissima contrarietà nei territori di riferimento, con maggioranze e opposizioni unite contro quello che viene visto sia come un potenziale rischio per il territorio (in particolare a causa della subsidenza dei terreni), sia come un ‘regalo’ da parte della politica nazionale alle compagnie petrolifere.

Le ragioni di questo sospetto non sono un mistero: dal marzo 2015, per effetto del decreto Sblocca Italia, la competenza per il rilascio delle valutazioni di impatto ambientale (Via) non è più di competenza delle Regioni ma del ministero dell’ambiente, che pur essendo tenuto a consultare le amministrazioni locali (Comuni, Province e Regioni) può comunque agire in piena autonomia. E infatti in totale autonomia il ministero ha deciso di concedere una proroga di due mesi alle compagnie petrolifere, per presentare la documentazione integrativa su tre pozzi esplorativi (il terzo è in Sardegna) che non avevano passato gli iter regionali ma che sono stati riproposti dopo il passaggio di competenze al ministero.

Ad approfondire in particolare questo punto è il Fatto Quotidiano, che sottolinea come le tempistiche per la concessione della proroga previste dal Testo Unico Ambientale fossero ormai scadute, ma che il ministero ha giocato la carta della “eccezionalità” dei progetti per autorizzare le integrazioni. “Sul fatto che alcuni progetti rappresentino riproposizioni di progetti depositati negli anni scorsi – è la risposta del ministero pervenuta al quotidiano di Marco Travaglio – i progetti di idrocarburi a terra sono di competenza statale dal marzo 2015. Quanto ai tempi del procedimento come indicati dal Codice dell’Ambiente si evidenzia che sono da intendersi di natura ordinatoria e che l’azione amministrativa deve essere conformata al principio di economicità ed efficacia”.

Quali sono i due progetti che interessano la provincia di Ferrara? Per quanto riguarda Masi Torello la compagnia interessata è la Enel Longanesi, che punta a realizzare un pozzo esplorativo a circa mezzo chilometro dalla frazione di Masi San Giacomo. Un’idea osteggiata con particolare forza dal sindaco Riccardo Bizzarri (che intervistiamo separatamente), ma anche dal Consorzio di Bonifica e dai gruppi regionali di Lega Nord e Movimento 5 Stelle che hanno prodotto due interpellanze su questo tema.

Anche il pozzo nel territorio del Delta, “Agosta 1”, ha già visto una nutrita opposizione, composta dalle amministrazioni dei Comuni di Argenta, Comacchio, Ravenna, Mesola, Alfonsine, Cervia, Codigoro, Goro e Ostellato, oltre all’ente di gestione del Parco del Delta. “Ricordiamo – ricordava il sindaco di Comaccho Marco Fabbri durante un incontro sul tema – che gli abbassamenti complessivi dovuti alla subsidenza, dal 1984 al 2011, hanno evidenziato queste tendenze: Porto Garibaldi 19 cm, Lido Nazioni 27 cm, Goro 37 cm, Boscone della Mesola 24 cm, e ancora Lido di Dante 45 cm, il limitrofo Lido Adriano 40 cm e Dosso degli Angeli (foce F. Reno) e Porto Corsini 38 cm”. Contattato in giornata da Estense.com, il sindaco comacchiese conferma la propria opposizione al progetto ma in tema di trivellazioni non nasconde la propria delusione per il fallimento del referendum sule perforazioni in mare aperto: “Non ho altro da aggiungere, anche perché nel mentre c’è stato un referendum sul tema. Io sono andato a votare, ma la maggioranza degli italiani no. Era quello il momento in cui esprimere il dissenso sulla politica energetica del Governo, dato che i Comuni oggi come prima, ma con la legittimazione del (non) voto referendario degli italiani non hanno voce in capitolo”.

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