Comacchio
9 Ottobre 2015
Pronunciamento negativo da parte della comunità dei sindaci dei Comuni soci

La ‘Comunità del Parco’ dice no alle trivelle

di Redazione | 3 min

parco delta poComacchio. È un “no” unanime alle trivellazioni all’interno dell’area del Delta del Po quello espresso dalla Comunità del Parco attraverso una delibera approvata questo pomeriggio e che fa seguito alla presa di posizione di qualche settimana fa dell’Amministrazione comunale di Comacchio.

Presenti all’incontro presso la sede dell’Ente di Gestione per i Parchi e la Biodiversità – Delta del Po, i Comuni di Argenta, Comacchio, Ravenna, Mesola, Alfonsine, Cervia, Codigoro, Goro e Ostellato, nonché il presidente del Comitato Esecutivo, Massimo Medri, ed il referente Tecnico/Ambientale, Giuseppe Castaldelli.

La Comunità dei sindaci, facendo proprie le precedenti osservazioni della Provincia di Ferrara del 2010 e quelle del 2015 del Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara, pronunciatesi entrambe in maniera negativa sulle trivellazioni, si è espressa decidendo di “richiedere, in ogni sede e con le modalità previste per legge, alle autorità competenti di non concedere il rilascio di nuove autorizzazioni o il rinnovo di quelle esistenti per attività di prospezione, ricerca, nonché concessioni di coltivazione di idrocarburi nel territorio del Parco del Delta del Po”.

“Trattandosi di area particolarmente fragile, nonché in ragione del recente ‘riconoscimento di Riserva della Biosfera – Mab Unesco’ – si legge nella delibera – verrà richiesto “che, anche le ulteriori aree limitrofe al Parco del Delta del Po ed alla Provincia di Ferrara, vengano attentamente analizzate sotto il punto della compatibilità ambientale, in ragione di eventuali conseguenze indirette che si potrebbero generale nell’area del Parco del Delta”.

Scongiurare le trivellazioni è importante, spiegano i sindaci, perché “la pianura Emiliano romagnola è caratterizzata da un fenomeno di subsidenza naturale, al quale si sovrappone, in diverse aree, un abbassamento di origine antropica”. “La coltivazione di un giacimento di metano produce un abbassamento di 6-8 mm nella zona corrispondente alla proiezione in superficie del perimetro del giacimento – chiariscono – e se la vita produttiva di un giacimento è di 30 anni, l’abbassamento dell’area corrispondente del giacimento sarà pertanto di circa 18-24 cm”. Ciò creerebbe danni irreversibili, quali: erosione delle spiagge, ingressione marina e del cuneo salino, squilibrio delle reti idrauliche e fognarie, danni al patrimonio artistico monumentale, aumento della vulnerabilità degli edifici nelle aree urbane.

“L’area del pozzo esplorativo “Agosta 1 dir” – si legge, infine, nel documento – oltre ad essere ai confini del Piano Territoriale del Parco del Delta del PO, – Stazione Valli di Comacchio – ricade in zona di interesse archeologico fra l’altro nelle vicinanze dei più importanti scavi archeologici dell’antica città di Spina”.

Dato il rischio che il Ministero dello Sviluppo Economico (Mise) dia parere favorevole alla “Concessione di coltivazione idrocarburi Agosta”, i Comuni soci del Parco chiedono, quindi, alla Regione Emilia Romagna di condividere la posizione della Comunità e si riservano di “costituirsi in giudizio avanti al tribunale amministrativo, nonché di promuovere ogni altra azione utile volta a scongiurare la possibilità che i relativi procedimenti amministrativi in corso si concludano con esito positivo”.

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