Cronaca
29 Luglio 2016
Ieri l'autopsia di Tosi Savonuzzi. L'avvocato difensore di William Biancucci: “Non chiamatelo complice”

Omicidio di Fossanova. La sorella della vittima: “Incredula per quanto successo”

di Redazione | 3 min

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arresto bertocchi“Non chiamatelo complice”. È categorico Francesco Andriulli, l’avvocato difensore di William Biancucci, il ‘secondo uomo’ dell’omicidio di Via Ravenna. Il suo legale ripercorre i momenti salienti dell’interrogatorio reso in caserma martedì scorso, a partire dal particolare più importante ai fini di quella che sarà la difesa processuale del 36enne: il momento in cui inizia la “fuga”.

Lui non c’entra niente con l’omicidio – sostiene Andriulli -, era lì per fare dei lavori e non sospettava di certo che accadesse quello che è accaduto. Non appena ha sentito gli spari – due ravvicinati seguiti da un terzo (i primi due diretti a Roberto Tosi Savonuzzi e il terzo alla moglie Raffaella Pareschi, ndr) ha avuto paura ed è scappato da solo”.

Secondo la versione di Biancucci, Simone Bertocchi lo avrebbe raggiunto in bicicletta solo in un secondo momento. Poi insieme avrebbero raggiunto a piedi via Comacchio dopo essersi sbarazzati delle biciclette e qui hanno preso l’autobus, per scendere in via Padova. Da qui Biancucci è rientrato in casa e lì è rimasto in un complice silenzio. “Non sapeva cosa fare, ma è fuori luogo parlare prima di aver fatto chiarezza sulla sua posizione”.

Biancucci, nato in Brasile e con un passato nelle giovanili della Spal, è rimasto indagato a piede libero, segno che gli inquirenti non hanno in mano gravi indizi di colpevolezza nei suoi confronti, “e nemmeno esigenza cautelari – aggiunge l’avvocato -, a cominciare dal pericolo di fuga, visto che lo hanno trovato in casa”.

In attesa dei prossimi sviluppi, di una cosa Andriulli è certo, che “è pacifico che, semmai ci fosse stata premeditazione, il mio assistito era totalmente estraneo all’idea omicida”.

Intanto questa mattina è attesa la convalida dell’arresto di Bertocchi – difeso dagli avvocati Sergio Pellizzola e Barbara Grandi – per le ipotesi di omicidio, tentato omicidio e detenzione abusiva di arma. Altri elementi utili alla chiusura delle indagini arriveranno dagli esiti autoptici. Ieri mattina si è tenuta infatti l’autopsia del corpo della vittima. Il pm Stefano Longhi ha dato ai medici legali Rosa Gaudio e Lorenzo Marinelli 30 giorni di tempo per depositare le proprie conclusioni.

Proseguono inoltre le ricerche della pistola che Bertocchi avrebbe gettato dopo l’omicidio. Quella pistola che afferma di aver acquistato in un posto sul quale però non è stato in grado di fornire “dati concreti che possano portare all’identificazione di una persona in particolare”, come riportano gli inquirenti. Al vaglio della procura sono anche le posizioni di chi, incontrando Bertocchi, potrebbe averne agevolato la fuga. Tutte persone già individuate. Ma al momento non ci sono iscritti nel registro degli indagati per favoreggiamento. Non si esclude però che altre persone, e altri profili, possano emergere in un secondo momento.

Quanto alle condizioni di Raffaella Pareschi, ricoverata ancora in rianimazione al Maggiore di Bologna, il bollettino medico parla di situazione stazionaria. Per lei, in coma farmacologico, la prognosi rimane ovviamente riservata.

Una volta che si sarà ristabilita, la moglie probabilmente non sarà sola in tribunale come parte civile. Ieri la sorella di Tosi Savonuzzi, Gabriella, che vive a Roma, ha dato incarico all’avvocato Melina Maisto di seguire la vicenda, al momento come parte lesa, in seguito forse come parte civile. “È una donna comprensibilmente provata, si dice incredula per quanto successo”, la descrive il legale.

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