Cronaca
20 Giugno 2016
Il responsabile della comunità nigeriana a confronto con gli spacciatori dopo gli episodi di violenza

Vigilesse aggredite. La versione degli spacciatori: polemiche e chiarimenti

di Ruggero Veronese | 5 min

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7a80cb6e-0d02-4d8a-8466-f86718b282da (1)Dopo le diverse versioni della polizia municipale e dell’assessore Aldo Modonesi, riguardo all’episodio dell’aggressione di due vigilesse da parte di un gruppo di spacciatori, sabato pomeriggio a parlare è stato proprio il giovane africano protagonista della scena: “Non eravamo in gruppo, ero da solo – afferma il giovane, che dimostra circa 25 anni -, e non ho aggredito le vigilesse: ne ho visto una che si avvicinava alla mia bicicletta con un coltello per tagliare la gomma e mi sono avvicinato per chiedere cosa stava facendo. Poi loro hanno lasciato lì la bicicletta e io sono andato via”.

Una versione che fin da subito appare assai poco credibile e che necessariamente – visto il suo contenuto potenzialmente diffamatorio – richiede più di una verifica: anche dalla più maliziosa delle prospettive è difficile pensare che le forze dell’ordine possano avere qualche interesse nel manomettere e abbandonare in un parco le biciclette dei sospetti spacciatori. Si mostra scettico anche il responsabile della comunità nigeriana di Ferrara, Kevin Jakob, sul posto per confrontarsi con il gruppo di spacciatori nei giardini del Grattacielo dopo gli ultimi episodi di cronaca che hanno seminato il panico nel quartiere. “Anche a me sembra impossibile – concorda Jakob – ma questa è la loro versione ed è giusto renderla nota”.

Nella mezzora precedente il responsabile della comunità nigeriana aveva radunato circa 25 ragazzi dalle varie panchine del parchetto – tutti presumibilmente spacciatori, o almeno in buona parte – per discutere dell’escalation di violenza che si sta registrando nelle ultime settimane in zona stazione: “Quando siamo partiti dalla Nigeria è stato per fare una vita migliore in Italia, non per diventare un problema per questo paese – è l’appello in inglese di Kevin -. Non per litigare per strade, accoltellarci, sporcare la città o spacciare la droga”. I giovani si giustificano in vari modi: c’è chi punta il dito contro i pregiudizi dei residenti, chi contro la mancanza di soldi che costringe ad attività illecite, chi lancia un appello allo Stato italiano per trovare un’occupazione ai richiedenti asilo. Il responsabile della comunità nigeriana si mostra comprensivo per quanto riguarda le situazioni di povertà (“so che non siete persone cattive, che anche voi vorreste vivere diversamente”), ma fa pochi sconti per quanto riguarda le situazioni di degrado: “Gli italiani hanno ragione a lamentarsi di quello che fate: quando qualcuno spaccia o litiga per strada diventa un problema per tutta la città”.

c46e90d7-836e-4df2-a605-34bc1bdd47f0 (1)Jakob consegna una serie di cartelli ai propri connazionali nel parchetto per lanciare messaggi di apertura e integrazione: “Vogliamo lavorare”, “non siamo criminali”, “Vogliamo parlare con il presidente della zona Gad”. Difficile non prendere posizione mentre si assiste alla scena: da un lato è lodevole la volontà di confrontarsi e criticare apertamente gli spacciatori per le loro attività criminali e per tutti i disturbi ‘collaterali’ che provocano alla città. Dall’altro però non bisogna fornire alcun alibi pubblico o alcuna comoda ‘operazione immagine’ a quella parte di popolazione straniera che vive di attività illecite e alimenta il degrado. Durante l’incontro non manca anche qualche proposta pratica, come quella di ripulire periodicamente il parchetto dai rifiuti abbandonati sull’erba: la reazione dei presenti non appare però entusiasta. Di certo i buoni auspici di chi si era recato con Jakob al confronto sono stati traditi poche ore più tardi, quando proprio nei pressi del Grattacielo è scoppiata una maxi rissa che ha coinvolto decine di persone, in buona parte per quanto ci risulta proprio di origine nigeriana.

Le reazioni: Spendiamo qualche riga per le reazioni alla versione dello spacciatore riguardo l’aggressione alle vigilesse, che stanno sollevando un vero e proprio polverone politico: “Non ditelo in giro – esordisce sarcastico l’assessore all’ordine pubblico Aldo Modonesi -, ma oltre a bucare le gomme ai nigeriani, i nostri vigili rubano le caramelle ai bambini. Trovo scandaloso che il responsabile della comunità nigeriana anziché prendere le distanze, condannare quello che i suoi connazionali fanno e aiutarci a denunciarli tenga un atteggiamento omertoso e dia voce a versioni inverosimili come quelle presenti nell’articolo. Questo non aiuta certo a creare lo spirito di collaborazione che auspichiamo. Anzi serve solo a aumentare le distanze e a esasperare il clima”.

Per dovere di cronaca, ci sembra doveroso chiarire e sottolineare che Jakob ha effettivamente preso le distanze dagli spacciatori suoi connazionali. Anzi, come riportato sopra si era recato sul posto proprio per incontrarli e criticarli apertamente per i loro comportamenti. La (poco credibile) versione dei fatti riportata all’inizio dell’articolo è stata riferita da uno dei giovani presenti e avvallata dagli altri (presumibilmente) spacciatori attorno, che hanno riferito di aver visto la stessa pratica messa in atto anche dai carabinieri in altre occasioni. Abbiamo sollevato diverse perplessità verso Jakob riguardo alla sua linea a nostro avviso troppo ‘morbida’ nei confronti degli spacciatori (un esempio sono i cartelli ‘autoassolutori’ che vedete in foto), ma è importante tener presente anche che si era recato sul posto proprio per affrontare di persona il problema del degrado, non certo per negarlo o per celarlo nell’omertà. Parlando con la stampa, il responsabile della comunità nigeriana ha affermato che i sui connazionali responsabili di atti di violenza sono circa una quarantina, nella stragrande maggioranza di etnia Esan e provenienti dallo stato di Edo, nel sud della Nigeria, l’area a più alto tasso di criminalità del paese.

Il chiarimento può essere importante soprattutto alla luce delle reazioni alla versione dei fatti dello spacciatore, erroneamente interpretata come versione dei fatti di Jakob: “Il responsabile della comunità nigeriana di Ferrara – afferma il consigliere di Forza Italia Matteo Fornasini – dichiara che le due vigilesse aggredite l’altro giorno nei pressi dei grattacielo volevano tagliare le ruote delle biciclette di coloro che le hanno aggredite. Reputo gravissime queste dichiarazioni ed è ancora più grave ed inaccettabile che questo personaggio, invece di condannare l’aggressione e tutti gli atti illeciti che compiono i suoi connazionali nigeriani e magari collaborare con le istituzioni fomenti il clima con queste dichiarazioni chiaramente provocatorie. Tolleranza zero nei confronti di chi delique e di chi in questo modo omertoso protegge i delinquenti”. Il segretario del Partito Democratico Luigi Vitellio scrive invece: “‘Faremo tutto il possibile per dimostrare che i delinquenti sono solo una piccola minoranza della nostra comunità, lavoriamo tutti insieme per la legalità’ Queste sono le parole che mi sarei aspettato dal responsabile della comunità nigeriana di Ferrara perché questa è l’unica strada per risolvere i problemi. Non è il momento della paura che fa dire delle sciocchezze, è il momento della verità e della collaborazione reale.  Chi conosce i responsabili deve denunciarli, non nascondersi dietro dichiarazioni di comodo. Positivo l’incontro di venerdì con il Sindaco, lavoriamo tutti quanti insieme nella giusta direzione”.

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