Attualità
12 Giugno 2016
Spi-Cgil di Ferrara e Istituto Gramsci discutono di ‘Anziani: scenari futuri’. La speranza immigrazione

Ferrara tra 20 anni avrà 45mila abitanti in meno

di Redazione | 3 min

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indexdi Mattia Vallieri

In una regione, l’Emilia Romagna, tra le più vecchie d’Italia è la provincia di Ferrara a detenere il numero maggiore di persone che superano i 65 anni di età e che rappresentano oggi il 27% del totale dei cittadini. Questi dati hanno spinto lo Spi-CGIL di Ferrara e l’Istituto Gramsci ad affrontare un dibattito dal titolo ‘Anziani: scenari futuri’ in cui si è cercato di trovare nuove e concrete proposte di welfare da portare avanti.

“Gli anziani oggi soffrono particolarmente i problemi economici, sociali e l’isolamento e questo riguarda di più le donne” introduce al dibattito Manuela Fantoni (segretaria dello Spi-Cgil Ferrara), la quale auspica inoltre “risposte nuove e flessibili sul tema della domiciliarità, interventi sulla residenzialità e valutazioni serie sulla non autosufficienza cercando di alleviare il più possibile il peso per le famiglie”. È la stessa Fantoni a lanciare un allarme: “Nel nostro territorio stanno aumentando i soggetti fragili e non autosufficienti” dichiara la sindacalista.

“Stanno aumentando i soggetti fragili e non autosufficienti”

A fornire le proiezioni sul nostro territorio è Stefano Michelini (responsabile servizio statistica Emilia Romagna): “La maggior parte della popolazione oggi è rappresentata da persone in età compresa tra i 40 e i 54 anni ma nell’arco di due decenni la cittadinanza sarà rappresentata principalmente da soggetti tra i 60 e i 70 anni, creando problemi di rinnovamento della forza lavoro”. La situazione peggiora ulteriormente quando il responsabile del servizio statistica snocciola i dati relativi al calo demografico futuro: “Nella provincia di Ferrara nei prossimi 20 anni assisteremo ad una diminuzione di circa 45 mila persone – afferma Michelini – e l’unica variazione positiva la si potrebbe riscontrare solo nell’ipotesi di aumento dell’immigrazione soprattutto se di giovane età”.

indexUna visione regionale al tema welfare la fornisce Massimo Masetti dell’Anci Emilia Romagna che spiega come “le proiezioni e il difficile aumento delle risorse nei prossimi anni ci costringeranno a ripensare ad una nuova programmazione e il Fondo Regionale sulla non Autosufficienza, nonostante sia il più alto d’Italia, non riesce ad essere completamente inclusivo e non è più flessibile”. Anche per l’assessore Chiara Sapigni “il Fondo è troppo rigido, ciò nonostante il nostro territorio parte da un buon livello qualitativo di servizi ma sarà necessario condividere, stare insieme e creare nuove forme di socialità e progetti di comunità”.

“Gli immigrati non li vuole nessuno ma potrebbero salvarci”

“Quando ci immaginiamo di creare reti attorno ad un anziano dobbiamo partire da una differenziazione di opportunità per persone con bisogni diversi” dichiara Laura Roncagli (Centro servizi volontariato Ferrara), che poi lancia alcune proposte: “Gli immigrati non li vuole nessuno ma potrebbero salvarci, iniziamo a coinvolgere tutti e mettiamo gli anziani a contatto con le nuove generazioni, per creare network sarà necessaria una regia ed un controllo da parte del settore pubblico”.

“Sarà fondamentale per il futuro, ancora di più dopo la Riforma Fornero, mettere insieme tutti i settori ed ognuno dovrà fare la sua parte, inoltre saranno importanti scelte politiche forti per governare questa situazione” conclude Bruno Pizzica segretario regionale Spi-Cgil Emilia Romagna.

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