La scusa sembra quella di alcune strane email che di tanto in tanto arrivano nella casella di posta elettronica: una richiesta di soldi per poter sbloccare un’importante eredità. Solo che questa volta non c’è nessuna email proveniente da perfetti sconosciuti, ma un rapporto consolidato di amicizia, e anche qualcosa in più.
Alla sbarra con l’accusa di truffa si trova Marisa Marinelli, 68enne originaria di Lagosanto, difesa dall’avvocato Riccardo Rubboli. Nell’estate 2014, con la scusa di dover ‘sbloccare’ un’eredità è riuscita raggirare il suo ex compagno e una lunga schiera di suoi familiari, facendosi consegnare in totale buona fede più di 20mila euro dal primo e un totale di circa 18mila euro dai secondi. Ovviamente non c’era alcuna eredità da ritirare versando del denaro, ma era solo un modo per ottenere tanto denaro in maniera facile, sfruttando il rapporto di amicizia.
Davanti al giudice Maria Rita Baldelli, nell’udienza di giovedì mattina, sono comparsi i testimoni, vittime del raggiro, tra i quali alcuni anziani come l’uomo che ha raccontato di aver consegnato nelle mani della Marinelli “solo” 2.500 euro. “La signora è venuta a casa perché voleva dei soldi per ritirare un’eredità. Diceva tante cose e sembrava vero – ha raccontato -. Gli ho dato 2.500 euro, quelli che avevo disponibili, consegnati in contanti dopo due prelievi, lei era fuori dalla banca ad aspettarmi”. Ma quelli non bastavano: “Mi ha chiesto di ritirare anche i 20mila euro che avevo vincolati, mi ha detto che mi avrebbe dato anche il doppio dopo aver ritirato l’eredità, ma quelli non potevo ritirarli e mi è venuta anche l’idea che non mi fidavo tanto e non glieli ho dati”. Non solo: “Voleva anche comprare la casa che avevamo messo in vendita, mi disse di non farlo che l’avrebbe comprata lei”. Una fiducia quasi cieca, nata da un rapporto che sembrava ormai di solida amicizia: “Veniva anche a casa a mangiare con noi”, ha raccontato l’uomo.
Ma ex compagno e suoi familiari (partici civili nel processo rappresentate dall’avvocato Barbara Simoni) non sono le uniche vittime della Marinelli: nei suoi confronti ci sono altri procedimenti aperti e nel novembre 2012 venne già condannata dal tribunale di Venezia per aver truffato un suo ex amico, un croupier del Casinò di Venezia che era solita frequentare, portandogli via ben 150mila euro nel corso del tempo. La scusa – a quanto pare efficacissima – era sempre la stessa: sbloccare un lascito testamentario.
A luglio la sentenza.
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