Politica
14 Maggio 2016
Il corteo fa tappa davanti al punto di ritrovo della comunità africana: "Siete dei parassiti, andate via". E accade l'inevitabile

Gad: provocazioni e insulti agli stranieri dal corteo leghista. E scoppia lo scontro

di Ruggero Veronese | 4 min

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4d7a2f4d-e4f0-4e23-a18c-285a58fe171bSono settimane di alta tensione sociale in zona Gad e per far esplodere gli animi bastava una semplice scintilla. Ad azionare il detonatore ci ha pensato la Lega Nord di Ferrara, che durante la manifestazione contro il degrado e lo spaccio “Lega-lizziamo la Gad” ha pensato di fissare come tappa intermedia principale l’esterno del bar di via Ortigara 22, in cui è solita ritrovarsi la comunità africana ferrarese.

Una decina di giovani africani ascoltano basiti le provocazioni e gli insulti urlati dai militanti: “siete dei parassiti, dovete andare via”, “vi vogliamo fuori dai coglioni”, “siete solo degli spacciatori di merda”, “negri”, “tornate a casa vostra”, “siete capaci solo di pisciarci sui muri di casa”. Nel frattempo il ‘responsabile sicurezza e immigrazione’ Nicola Lodi pur premettendo che “Ferrara non è razzista” aizza la folla con il megafono: “Questo è il nostro quartiere, non sarà mai vostro. Dovete andare via. Oggi siamo qua in cento, domani saremo in duecento”. Un manifestante particolarmente inferocito prova anche a scagliarsi fisicamente contro un africano che si era avvicinato, ma viene fermato dagli agenti di polizia.

Dopo un paio minuti di insulti e provocazioni accade quello che tanti, ma evidentemente non tutti, temevano: uno degli stranieri si stacca dal gruppo e si dirige verso la manifestazione leghista rispondendo agli insulti, urlando “io mi vergogno di te”, seguito poco dopo da un giovane. Gli agenti di polizia che stanno accompagnando il corteo si precipitano in mezzo per ristabilire la calma, ma ormai la situazione è irrimediabilmente degenerata: tra gli stranieri e alcune persone del corteo volano offese a distanza sempre più ravvicinata e lo scontro fisico sembra ormai inevitabile. Solo quando è troppo tardi Lodi invita i manifestanti alla calma e a continuare il tragitto, ma ormai le parole non servono più a nulla e l’incombenza spetta alle forze dell’ordine, che fanno allontanare il corteo e in parte rimangono a presidiare via Ortigara.


Il video pubblicato da un militante del corteo (dal minuto 8:30 circa i fatti in via Ortigara)

Una scena talmente feroce da far passare in secondo piano tutto il resto della manifestazione, che al raduno in via Toti, per bocca di Lodi, si era fieramente dichiarata “non razzista”. Un concetto dimenticato nel giro di circa 200 metri: quelli che separano il parchetto dall’esterno dello stadio. La proposta principale della Lega Nord, per dovere di cronaca, sta nella presenza fissa dell’esercito a Ferrara nelle zone più problematiche: “Secondo voi è meglio vivere in una fogna a cielo aperto o in una città militarizzata? Noi vogliamo una città militarizzata, come le altre 40 città italiane dove l’esercito ha compiuto operazioni straordinarie: chi è in regola rimane, altrimenti viene rispedito a casa. Siamo disponibili a pagare il biglietto di ritorno, purché se ne vadano”. Da Lodi anche critiche all’amministrazione comunale: “Non serve a niente l’area di sgambamento per cani, era meglio investire nella sicurezza e nella polizia municipale”. Mentre, a proposito della nuova pattuglia fissa della polizia municipale nel quartiere, Lodi afferma che “la polizia municipale non può far nulla, a Ferrara serve l’esercito”.

Prima della manifestazione, i responsabili della Lega Nord avevano incontrato anche Kevin Jacob, presidente della comunità nigeriana di Ferrara: “Oggi ero con il responsabile della comunità – spiegava Lodi alla partenza del corteo – che però adesso, forse per vergogna, non è venuto”. In seguito incontriamo il diretto interessato, Jacob, in via Ortigara, qualche minuto dopo che si sono placati i tafferugli: “Lodi ha detto questo di me? – risponde quando lo informiamo -. Allora scrivete quello che è successo davvero: gli ho chiesto se oltre a essere contro il degrado la manifestazione era anche contro il razzismo, perchè in quel caso avrei partecipato. Loro mi hanno risposto di non essere razzisti. Ho insistito per chiedere se era una manifestazione anche contro il razzismo ma non mi ha risposto. A quel punto ho capito qual era il vero senso della loro manifestazione, e avevo ragione visto quello che è appena successo”.

Mentre la manifestazione si allontana, alcuni dei giovani africani vincono la diffidenza iniziale e discutono con noi e con alcuni ragazzi che avevano seguito la manifestazione dalla distanza. Poco dopo anche gli italiani vengono invitati all’interno del locale. “Speriamo sia un inizio”, commenta uno dei ragazzi stranieri sulla strada, ma l’amico al fianco non nutre le stesse speranze: “Troppi italiani sono ignoranti, lo vedi? Io sono in Italia dal 2001, ho tre figli e pago le tasse ma questi vengono a dirmi negro di merda e spacciatore. Non c’è nessuna speranza”. Un discorso pessimista. Ma di certo, dopo quello che è appena successo, sembra fin troppo reale.

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