Comacchio
1 Maggio 2016
Confermate anche per il San Camillo: la destinazione d'uso non è cambiata

Comacchio ufficializza il ricorso contro il Consorzio di Bonifica

di Redazione | 3 min

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indexdi Giuseppe Malatesta

Comacchio. Nel corso dell’ultimo consiglio comunale il sindaco Marco Fabbri ha avuto modo di intervenire sulla questione del cambio di destinazione d’uso del San Camillo, incoraggiato nel fornire chiarimenti dal consigliere di minoranza Davide Michetti (lista civica L’onda). Precisazioni dal primo cittadino sono giunte anche sulla tassa di scolo prevista dal Consorzio di bonifica, per cui Fabbri ufficializza il ricorso e invita a impugnazioni autonome.

Fabbri, fornendo risposta ad un’interrogazione precedente di Michetti, ha precisato che “anche a seguito di una nuova istruttoria tecnica si ribadisce quanto riscontrato già a gennaio scorso ossia che l’uso previsto non è mutato in quanto trattasi di struttura sanitaria così come definita al punto B 4.2 dell’articolo 11 del regolamento edilizio”.

Michetti, per niente soddisfatto della risposta, ha ricordato a Fabbri che “la legge regionale 327/2004 al punto 1.4 dice che per utilizzazione si intende la destinazione della medesima struttura all’esercizio di attività esistenziali del tutto diverse da quelle preesistenti (ad esempio da ospedale a rsa). Il cambio d’uso – afferma – è perciò obbligatorio. Non so più come dirlo, non sono un tecnico e non vorrei insistere ma questa è la legge regionale e trovo a questo punto discutibile quello che dice il regolamento comunale. Per quanto riguarda la nostra struttura – conclude – visto che la legge regionale stabilisce che la destinazione d’uso dell’immobile è quella stabilita dal titolo abilitativo, direi che siamo a tutti gli effetti in presenza di un ospedale. Voi che sostenete il contrario potreste dirci quindi cos’è?”.

Relativamente alla tassa di scolo, Fabbri ha invece comunicato che “a seguito della consultazione dei legali incaricati, il comune ha proposto ricorso avverso il piano di classifica anche chiedendo la misura cautelare della sospensione del piano stesso”. In considerazione dei tempi tecnici gli amministratori contano di ottenere una risposta sull’istanza cautelare nel giro di un paio di mesi. Fabbri ha ricordato che “i possibili effetti dell’accoglimento dell’istanza e del ricorso potrebbero anche valere ‘erga omnes’ trattandosi di impugnazione di un atto generale”.

Per quanto riguarda gli avvisi di pagamento, questi potranno essere impugnati innanzi alla commissione tributaria provinciale, ma occorre tenere presente che tempistiche ed esiti dell’azione promossa innanzi al Tar potrebbero non coordinarsi con le tempistiche di inoltro degli avvisi di pagamento da parte del consorzio soprattutto in considerazione del fatto che per impugnare l’avviso il contribuente deve rispettare il termine dei 60 giorni.

“Per via di aspetti peculiari e specifici delle singole posizioni e cartelle – dice Fabbri – sono consigliabili autonome impugnazioni, non solo nel comune di Comacchio (l’unico che ha presentato ricorso) ma nell’intero territorio consortile. Sono escluse ipotesi di azioni collettive e classaction, che come confermano i legali incaricati non sono previste nella materia in questione. Resta il fatto – ricorda – che i possibili effetti positivi dell’azione promossa dall’amministrazione ricadranno sull’intera collettività, e per questo terremo aggiornati i contribuenti sugli sviluppi dell’azione intrapresa. Anomalie sul sistema tariffario – conclude Fabbri – sono state ammesse dal consorzio stesso, ma non ci sono risposte certe da parte loro su sospensioni, riduzioni e rimodulazioni, per cui è opportuno recarsi presso le sedi sportello”.

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