Pochi uomini in servizio, destinati ad essere ancora meno, con gravi conseguenze per la sicurezza del territorio. Una situazione che porta praticamente tutti i sindacati di polizia, da sinistra a destra – ad eccezione del Sap – a sottoscrivere un “grido di allarme” e chiedere l’aiuto di prefetto e sindaco.
“Con la consapevolezza che il nostro grido di allarme nuocerà a uno degli obbiettivi che la nostra istituzione persegue, la diffusione di un sentimento di sicurezza non solo effettiva ma anche percepita, riteniamo non più rinviabile il momento di rendere pubblica la situazione in cui ci troviamo“, scrivono i segretari provinciali dei sindacati Siulp, Ugl Polizia di Stato, Coisp, Siap e Silp Cgil, “Il personale della Polizia di Stato rimasto in servizio a Ferrara non è più sufficiente a garantire uno standard di sicurezza adeguato alle richieste della cittadinanza“.
I numeri forniti sono lì a testimoniarlo: “Nel 2007 eravamo in 256 poliziotti. In sei anni siamo scesi di 21 unità, tanto che nel 2013 siamo arrivati a essere 235. Termineremo il 2016 in 208 ed il prossimo anno finiremo a 198, con l’ufficio Volanti che deve garantire con soli 28 uomini distribuiti nelle ventiquattro ore giornaliere, la sicurezza su tutto il territorio comunale. Quattro operatori ogni turno significano 2 macchine sul territorio. Con questi numeri non si garantisce la sicurezza a nessuno. I cittadini, le autorità, lo devono sapere”.
Un grido di allarme che è più un grido di dolore: “Il questore cerca di tamponare come può: impiega gli ormai anziani colleghi degli uffici per i numerosi servizi di ordine pubblico, fa ricorso all’aiuto di equipaggi del Nucleo Prevenzione Crimine di Bologna. Ma le forze esterne non conoscono il territorio, le sue dinamiche, i suoi problemi. Non è così che si costruisce una città sicura. Servono uomini per contrastare il degrado criminale della città – sottolineano i sindacati – per controllare l’abusivismo, per vigilare gli obiettivi sensibili connessi all’allarme terrorismo. Occorre contrastare con forza lo spaccio di droga, i reati che coinvolgono i minori, la prostituzione. Occorre implementare le campagne informative di legalità nelle scuole. Servirebbe ripristinare la figura del Poliziotto di quartiere, cancellata per mancanza di personale”.
I sindacati vedono di buon occhio – “ben venga” – la sicurezza integrata tra pubblico e privato “intesa come sorveglianza partecipata” e la sperimentazione di nuovi modelli di prevenzione, ma non mancano di sottolineare come “questo modello non può sostituirsi alla presenza delle forze dell’ordine sul territorio. L’approntamento di un numero sufficiente di telecamere, specie nelle aree a rischio della città, è ancora un obbiettivo lontano dall’essere raggiunto”.
Per questo chiedono aiuto al prefetto Michele Tortora e al sindaco Tiziano Tagliani, chiedendo un incontro (già fissato dal prefetto a quanto apprendiamo, ndr) “perché entrambi facciano sentire la loro voce al Ministero dell’Interno e chiedano l’assegnazione di rinforzi a questa questura”.
“Dobbiamo riqualificare e risanare il territorio urbano restituendo spazio e fiducia agli abitanti, ai commercianti dei quartieri, a chi vuole passeggiare nei giardini senza aver paura – concludono i sindacati firmatari -. Non solo: una città che fa del turismo e del suo patrimonio storico una delle sue prerogative culturali ed economiche deve contare su uno standard di sicurezza che oggi non è più possibile garantire. C’è più sicurezza insieme, aiutateci ad aiutarvi“.
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