Du iu śpich frares?
6 Aprile 2016

Il Pane Ferrarese è il migliore al Mondo!

di Maurizio Musacchi | 3 min

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Un ragionamento semplice

Quando gli animali scelgono il capobranco lo fanno in base ad indicatori prognostici della sua capacità di guidare e proteggere il gruppo. Per essere un capo nel regno animale sono importanti la forza fisica e l’intelligenza, la capacità di garantire la difesa dai predatori e quella di trovare cibo

Carissimi amici del dialetto ferrarese, oggi vi voglio proporre una gustosa “chicca” dialettale riguardante un’eccellenza di Ferrara: il pane.

Non è poesia o racconto. Si tratta di una specie di riflessione- mini relazione di un distratto signore che “crede” di andare dl fornaio, ma ché in effetti poi ci va.

L’autore è Francesco Benazzi. (Pluri novantenne, molto in gamba). Già insegnante di Lettere in Istituti Superiori. Benazzi fa parte del “Tréb dal Tridèl”(Accademia della Crusca” della Lingua Ferrarese) e del “Grupppo Scrittori Ferraresi”.Ha scritto tanto. Ultimamente: “Mi Fràra e Ludvig” una parte di traduzioni dialettali compreso parte de “L’Orlando furioso”.

Recentemente ha pubblicato anche: “Come scrivere 180 lettere al direttore senza mai ricevere risposta”.

Grazie per l’attenzione. Maurizio Musacchi

Al pàη Fraréś

Aiér matìna a sóη aηdà dal furnàr par cumpràr la mié razióη ad “pane quotidiano”. Apéna déηtar (aiéra uη póch sorapeηsiér) a sént ‘na sgnóra ch’là dìś:-L’am dàga ‘na zavàta e dù zocoléti. A péηs :

Eh puvrét mì! Vót védar ché a sóη aηdà déηtar da uη calzulàr?” A sóη propria imbazurlì stamatìna. C’sà sìη fàla po’ clà dóna dnà zavàta sól ?

A viéη fóra e a fàgh uη źirtìη lì d’atóraη par sciarìram gl’idèj. A tóran déηtar a gh’è ‘na sgnóra clà dìś:

– L’am dàga dó banàη e dù carcióf.- Lasén stàr ché iη Fraréś as dirév “articiòch” e brìśa cariòf! Però mì són propria “dré aηdàr int al balóη”. Am sóη śbaglià iηcóra; a sóη aηdà dal frutaról! Am guard diηtóran e pùr, avéd dal pàη iηdapartùt; ill scaηsìì e ill vedrìη j’è pìni ad pàη! Adès po’ a gh’ uη sgnór ché ch’al vól dal pàη fraηzéś, un’altar al vòl quél tuscàη:

– Mò mi dia il pane arabo.- Am vòlt e a créd ad védar ‘na persóna uη póch scurtòta iη fàza. Iηvéηzi l’éra ‘na vcìna, biàηca ch’la paréva gnùda fóra da ‘na bagnaróla.

Finalmént a viéη al mié tùran; am fàgh avanti e a diģh:

-Sgnóra l’am dàga dó bèli ciupéti a l’òli, ad Pàη Fraréś ch’l’è al più bóη dal Mónd!!!-

Francesco Benazzi

IL PANE FERRARESE (Traduzione).

Ieri mattina sono andato dal fornaio per comprare la mia razione di “pane quotidiano”.

Appena entrato (ero un po’ sopra pensiero) sento una signora che dice:- Mi dia una ciabatta e due zoccoletti. Penso:” Eh povero me! Vuoi vedere ché sono entrato dal calzolaio? Sono proprio rincitrullito stamattina. Che se ne fa poi quella donna di una ciabatta sola?” Esco e faccio un giretto li attorno per schiarirmi le idee. Ritorno dentro e c’è una signora che dice:-Mi dia due banane e due carciofi.- A parte che in Ferrarese si direbbe “articiòch” e non carciof! Però io “sono proprio entrato nel pallone”. Mi sono sbagliato ancora; sono entrato dal fruttivendolo mi guardo attorno, eppure vedo pane dappertutto; le scansie e le vetrine sono piene di pane! Ora però c’è un signore che vuole del pane francese: – Mi dia del pane arabo.- Mi giro e suppongo di vedere una persona un po’ scura in viso. Invece è una vecchietta bianca che sembra uscita da una tinozza da bagno. Finalmente viene il mio turno; mi faccio avanti ed esclamo:- Signora, mi dia due belle coppiette all’olio di Pane Ferrarese ché è il migliore al Mondo!

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