Politica
23 Marzo 2016
Le analisi dell'arpa escludono presenza di cromo esavalente nel Mezzano: "È la torba bruciata"

‘Scoop Morghen’, doppia smentita e chiude account Facebook

di Redazione | 3 min

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torba arpaedi Giuseppe Malatesta

Non si placa l’eco della notizia che ha visto coinvolta la consigliera M5S Ilaria Morghen, a quanto pare rea di aver tirato in ballo il National Geographic quale committente del servizio fotografico nelle valli del Mezzano, pubblicizzato su Facebook sulla sua pagina politica.

Sulla scia delle polemiche che hanno trovato ampia espressione proprio in quella sede, interviene in queste ore la sezione ferrarese dell’Arpae Emilia Romagna, con un comunicato che annuncia i risultati dei rilievi effettuati in mattinata nella zona in questione, su segnalazione di un cittadino e a seguito dell’articolo pubblicato da Estense.com.

“Grazie al sopralluogo dei nostri operatori – scrive il direttore Pier Luigi Trentini – è stato appurato che la colorazione rossastra delle acque dei canali di scolo adiacenti alle aree interessate dagli incendi della scorsa estate corrisponde ad un dilavamento (dovuto alle abbondanti recenti piogge) dello strato di torba, che in seguito a combustione assume una colorazione rossastra. Lo strato – aggiunge – era inoltre stato già campionato da questa Agenzia in data 6 ottobre 2015”.

È dunque questo fenomeno e non la paventata presenza di cromo esavalente, secondo l’istituto, ad aver prodotto l’ “arrossamento” dei canali di scolo portati all’attenzione con un certo allarmismo da Morghen. Il coro di polemiche sollevato in queste ore accusa quest’ultima proprio di aver fornito informazioni imprecise a riguardo, al solo scopo di una strumentalizzazione politica di una situazione già accertata nei mesi precedenti dalla stessa Arpae.

“La fame di celebrità – scrive un commentatore su Facebook – e il confezionamento ad hoc di immagini e commenti sensazionalistici si configura quale primo passo verso l’annullamento di qualsivoglia reale interesse verso gli eventi, altro che la mera strumentalizzazione della notizia”, mentre qualcun altro suggerisce alla consigliera la strada delle dimissioni. Forse il tenore spesso canzonatorio dei messaggi postati l’ha portata nella serata di ieri (martedì, ndr) a chiudere l’account da “cittadina M5s” (o, almeno, al momento in cui scriviamo non sembra esistere più).

La polemica aveva tirato in causa la redazione del National Geographic che, nella persona del direttore italiano, Marco Cattaneo, ha smentito qualsiasi coinvolgimento diretto della rivista nel reportage (ancora inedito) del Mezzano. La chiusura della pagina Facebook, senza chiarimenti di sorta, è stata oggetto di un  ultimo post dello stesso Cattaneo:

[fb_embed_post href=”https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10153892936146832&set=a.10150397590371832.368228.720941831&type=3&theater/” width=”550″/]

L’identità del fotoreporter coinvolto nella vicenda resta comunque ancora ignota, ma in sua difesa interviene Paola Batistini, attivista del Movimento Cinque Stelle di Ostellato che per prima ha gestito i contatti con il fotografo, che grazie a lei scopriamo essere bolognese.

“È mia intenzione chiarire la questione e liberare questo professionista da qualsiasi sospetto di menzogna – ci dice Batistini -. Al nostro primo contatto, lui mi ha parlato di un progetto che impegnava anche altri fotografi professionisti nel resto d’Italia. Il loro intento era partecipare alla campagna referendaria per il sì attraverso scatti che sarebbero poi diventati delle gigantografie da esporre in luoghi pubblici. Il suo interesse era perciò per le zone destinate alle trivellazioni. In quella stessa occasione io ho suggerito al fotografo di visitare anche le zone interessate dalla bruciatura della torba, mi offro di accompagnarlo e fornirgli informazioni a riguardo”.

Quando le chiediamo come si arriva ad Ilaria Morghen, Batistini ammette di aver perso dei passaggi: “Dopo la prima telefonata io non vengo più contattata, la palla passa evidentemente al gruppo ferrarese, probabilmente per via di successivi o contemporanei contatti del fotografo con il gruppo NoTriv e con la stessa Morghen”. Più chiara la spiegazione sul coinvolgimento del NatGeo, verosimilmente frutto di un fraintendimento tra le parti. “Il fotografo in questione non lavora per la testata, raccontò anche a me che gli scatti NoTriv avevano ricevuto un ancora prematuro interesse da parte del National Geographic, ma che non c’era ancora nulla di certo e definito. Dubito che si sia presentato in questi termini, posso garantire dalla mia che le richieste iniziali contemplavano un progetto indipendente”.

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