di Carolina Fiorini
Appena ieri si sono spente le prime candeline della grande torta dei diritti civili riconosciuti (e ancora da riconoscere) alle coppie omosessuali; e tra appena due mesi nelle sale dei Comuni, compresa nella sala degli arazzi del Comune di Ferrara, le coppie omosessuali potranno pronunciare il “Si” tanto atteso.
Capire come è nato il neo-maxiemendamento non è semplice ma si è cercato di farlo al primo appuntamento del Tag festival di cultura Lgbt tra proposte di legge, negazioni e “salti del canguro” che hanno scosso il parlamento e dato origine ad alleanze inaspettate.
“I fratelli d’Italia stanno diventando – o ritornando – sempre più fascisti. La continuità partitica della destra asociale va’ in quella direzione; forse con nostalgia, forse per una questione di voti”, ammonisce in apertura Massimo Maisto, vicesindaco, facendo riferimento a una polemica di giornata a proposito di presunti legami tra lobby gay e Pd http://www.estense.com/?p=530507.
Tornando ai temi nazionali, la questione del “canguro” ha costituito “un ostruzionismo politico – afferma Flavio Romani, presidente nazionale Arcigay –, una situazione fintamente democratica ma effettivamente invalidante che ha fatto saltare il patto di fiducia tra Pd e M5S. Dobbiamo ricordare i senatori che hanno insabbiato e offeso la lotta per i diritti omosessuali: Collina, Sangalli, De Giorgi, Lepri, Martelli, Bertorotta, Puglia. Dobbiamo essere certi di non inciampare più in questi nomi”.
Gli argomenti del dibattito presto prendono forma in relazione a ciò che è stato approvato, dati politici, giurisprudenziali e culturali. Ciò che per primo è venuto a mancare è la tutela dei minori: “il problema non è per gli adulti, ma per i minori; è un dato di realtà – sostiene Benedetto Zacchiroli, rappresentante Pd –; è un compromesso, una legge groviera peggiorativa di quella che è la realtà oggi di possibilità dell’adozione del figlio biologico del partner”.
Ma non mancano le esultanze: “è un micro-passo per il movimento Lgbt – continua –, ma un grande passo per il Paese. Gli eterosessuali non capiranno mai cosa vuol dire pensare di poter fare famiglia. Per voi è sempre stato così, è normale pensare di poter amare”.
Contentezza per i progressi raggiunti, ma anche amarezza per il modo in cui questi, da oggi, sono entrati a far parte della nostra realtà: “quella del governo è un necessità di stare in Europa, non di riconoscere gli omosessuali – protesta Camilla Seibezzi, rappresentante delle Famiglie Arcobaleno e responsabile comitato scientifico Possibile –; ideologia del gender? Non ha mai fatto nulla, non sono mai intervenuti contro l’omofobia, contro la censura dei libri. Clausola fedeltà? Offesa arrecata culturalmente alla dignità umana, ormai svilita”.
Le lacune sono ancora tante, il traguardo finale ancora lontano. “È la più grande (e unica) riforma del diritto di famiglia degli ultimi quarant’anni – afferma Luca Morassutto, avvocato di Articolo29 –, un timido tentativo di debellare la discriminazione. In America tutto parte dalla difesa dei minori, in Italia questi vengono esclusi a priori, negando loro qualsiasi tutela. È vero che il diritto evolve con lentezza, ma questo è bullismo omofobico legislativo”.
In conclusione la testimonianza di Patrizia Malacarne, referente Agedo Ferrara: “i nostri figli hanno qualche diritto in più, ma sono stati massacrati e privati di ogni dignità. Chi ci ha rimesso di più in assoluto sono l’anello più debole: i figli”.
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