Economia e Lavoro
19 Febbraio 2016
L'avvocato Ziosi all'incontro con i risparmiatori azzerati: "Salvare le quattro banche è possibile, ma è scelta politica"

Caso Carife: “Faremo causa a Bankitalia”

di Redazione | 5 min

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carife risparmiatori 1di Anja Rossi

“La possibilità di salvare le quattro banche è possibile, non costa nemmeno tanto, ma è una scelta politica”. Questa la spiegazione dell’avvocato Riccardo Ziosi, che ieri ha incontrato i risparmiatori Carife, in vista anche dell’esito della sentenza emessa dal tribunale fallimentare di Ferrara, che ha dichiarato lo stato di insolvenza da parte della vecchia Carife.

Attesa entro il 25 febbraio, la decisione del collegio dei giudici è arrivata in serata proprio durante l’incontro tra risparmiatori organizzato da Mirko Tarroni, tra i più attivi a livello ferrarese, nella sede di Area Giovani di via Labriola. Al suo appello per ritrovarsi e discutere, hanno risposto poco più di un centinaio di azionisti e obbligazionisti subordinati della Carife, ‘azzerati’ con il decreto salva-banche.

LA BANCA D’ITALIA, UN GIGANTE DI 100 ANNI E ZERO CAUSE PERSE. “A chi farei causa? Io la farei alla Banca d’Italia. Studierò personalmente se ci sono i presupposti, se si voglia procedere in tal senso”. L’avvocato Riccardo Ziosi, chiamato ieri a spiegare la situazione Carife ai risparmiatori della banca cittadina, è partito da questa domanda e risposta per parlare della situazione Carife. “Il fatto che poi sia un gigante, che in cent’anni non ha mai perso una causa, è un altro discorso”, commenta l’avvocato, che poi incalza: “La gestione commissariale della Banca d’Italia, secondo il mio parere, è stata una gestione che peggio di così non poteva andare. In quel periodo la Carife ha perso clientela, ha perso quantità di denaro ma soprattutto chi l’ha gestita in quel periodo ha depauperato il capitale sociale, che da 164 milioni di euro è passato a 11 milioni di euro, in 2 anni”.

IL SALVATAGGIO DELLE BANCHE: UNA SCELTA POLITICA. “L’impegno era quello di ridare soldi agli obbligazionisti, invece non è stato fatto – continua l’avvocato ferrarese -. Adesso ci si rende conto che il decreto del 22 novembre ha fatto solo danni. Quattro banche sono fallite, tante altre sono in crisi, 11 banche sottoposte a commissariamento, è notizia dell’altro giorno, sono state salvate. Le hanno salvate. È stata fatta una scelta politica”.

Al di là di ogni aspetto legale, per l’avvocato Ziosi è soprattutto una scelta di governo. “Per ora l’unica soluzione prospettata è stata quella dell’arbitrato, che mette 100 milioni di euro a fronte di obbligazioni per 584 milioni di euro. Non si capisce perché quello che è possibile in altri Stati d’Europa – come Spagna, Portogallo, Germania – in Italia non sia possibile. Detto che 600 milioni di euro non sono tanti. La possibilità di salvare queste 4 banche è possibile, non costa nemmeno tanto, è una scelta politica”. ‘Politica’, per Ziosi, vuol dire soprattutto ‘ministro’. “Credo che una riflessione si sarebbe dovuta fare, come responsabile politico del territorio, invece dal nostro ministro è mancata la voce sulla questione Carife”.

LA VOCE DEI RISPARMIATORI. “Vedere qualche esponente del governo alle nostre future manifestazioni, a prendere una posizione in merito” è la richiesta primaria anche di Mirko Tarroni e dei presenti in sala. Per i risparmiatori Carife, infatti, è ora di puntare ad una battaglia mediatica, che coinvolga di più la città. E le istituzioni del territorio prima di tutto. “È ora di chiedere cosa ne pensano di quello che ci è successo a Bratti, alla Bertuzzi, a Marattin. È facile a chiedere agli esponenti di destra, ma sono loro che a Roma ci dovrebbero supportare”, evidenzia un risparmiatore tra il pubblico.

carife risparmiatori 2Per Tarroni, serve un coinvolgimento mediatico, che renda unita Ferrara anche agli occhi dei media nazionali. “Vogliamo vedere se anche nella nostra città riusciamo a coinvolgere gli altri e non solo noi risparmiatori: le istituzioni locali, i bancari, perché ci sono molti che sono messi come noi e che ad oggi sono circa 420”. Difficile da scardinare è poi la vergogna, “siamo un centinaio stasera – sottolinea Mirko Tarroni – siamo ancora in pochi per farci sentire”. È ancora vivo l’imbarazzo di molti soci Carife nell’apparire, nel prendere parte alle manifestazioni, come è difficile per i presenti raggiungere in modo organizzato tutti i paesi del territorio provinciale. “Tresigallo, Copparo, Mesola, Codigoro, Bondeno li abbiamo – si commenta dal pubblico -, mancano invece referenti attivi da Argenta e Portomaggiore”. La volontà futura, ma a breve termine, è quella di creare delle manifestazioni pubbliche di confronto e dibattito, con esperti a livello nazionale su questi temi, “perché facendo così, se come esponente politico non rispondi, ti assumi anche la responsabilità del tuo tacere”, evidenzia Tarroni. “Quello che è successo è un vero dramma sociale, perché ci sono venuti a prendere i soldi nel posto che pensavamo più al sicuro. Questa è cosa di una gravità inaudita, deve esserci una risposta civile. Ferma, ma ci deve essere”.

SULLA SENTENZA. Quanto all’esito della sentenza, l’avvocato Riccardo Ziosi sottolinea come essa sarà utile soprattutto per comprendere “il periodo temporale interessato, nel quale i fatti sono stati commessi. Questa è la vera scriminante per capire meglio anche chi sono i responsabili dell’insolvenza della banca”. Ai risparmiatori che chiedono se la sentenza non porti a vedere indietro i loro risparmi, Ziosi risponde negativamente. “La dichiarazione di stato d’insolvenza della Cassa di Risparmio da parte del tribunale oggi – commenta -, permette alla Procura della Repubblica di indagare a 360 gradi se sono stati commessi reati propri del diritto fallimentare. Ma i titolari di un eventuale beneficio non saremo noi soci”.

Per quanto riguarda la scadenza per le querele, che come sottolinea l’avvocato non dà però possibilità di ottenere i soldi, e per le altre questioni che si apriranno in conseguenza alla sentenza, verrà organizzato prossimamente un tavolo tecnico, dove pensare eventualmente ad un’azione civile. “All’accertamento delle responsabilità negli inadempimenti di Bankitalia – conclude l’avvocato -, l’azione civilistica è forse quella più utile per arrivare subito a un risarcimento o a un indennizzo, molto più dignitoso della soluzione dell’arbitrato”.

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