Cronaca
26 Settembre 2015
Sabato sera incontro in Sala Estense, Patrizia Moretti: "La giustizia deve essere patrimonio di tutti"

Aldrovandi, Tagliani: “Dieci anni di consapevolezza”

di Redazione | 5 min

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Dieci anni senza Federico. “Una testimonianza importante” ha detto Tiziano Tagliani, intervenuto ad aprire la conferenza “Tra cittadino e Stato: la violenza è inevitabile?”, venerdì 25 settembre alla sala Estense.

Un’incontro aperto, prima che chiunque prendesse la parola dal coro proveniente dai palchi al piano superiore: “Per Federico, noi siamo qua per Federico” intonato dai ragazzi della Curva Ovest, che hanno srotolato lo striscione “Un altro anno è passato…dagli ultras mai dimenticato. Aldro vive”.

In mezzo alla platea numerosa, accorsa alla sala Estense venerdì sera, si potevano riconoscere Haidi Giuliani, madre di Carlo, Lucia Uva, Arnaldo Cestaro, vittima delle violenze accadute in occasione del G8 di Genova alla scuola Diaz, ma anche Paolo Scaroni, che proprio dieci anni fa venne pestato da alcuni agenti di Polizia e rimase invalido al 100%. “Uno strano sodalizio che ha origini tragiche – lo ha definito Patrizia Moretti – quello tra noi familiari delle vittime, quasi tutto al femminile, donne che sono diventate amiche e che oggi sono qui”. Parafrasando le parole di Haidi Giuliani, donne che “sono qui perché sono madri, sorelle, mogli”.

“Abbiamo poco da festeggiare” ha esordito il primo cittadino, “dieci anni di dolore per Patrizia (Moretti, ndr.) e per la sua famiglia, forse dieci anni di consapevolezza per la città di Ferrara”. Probabilmente l’unico aspetto positivo della riflessione che si può trarre, secondo il sindaco, dalla drammatica vicenda di Federico Aldrovandi. Una vicenda che “ha visto crescere la città” secondo Tagliani, “tra momenti di crescita e partecipazione, passando anche per momenti di caduta”. Una vicenda che ha segnato e attraversato una comunità, che però, a dieci anni, dice anche “qualcosa di positivo ai giovani che vogliono sentirsi parlare di un’Italia diversa, in cui la difesa dei diritto non dice nulla di contrario alla libertà individuale”. Una comunità cittadina che “sta cercando faticosamente e positivamente un riscatto”, alla ricerca “di un fondamento di democrazia”, che al giorno d’oggi diventa “un’affermazione concreta da parte di ciascuno”. Il ringraziamento di Tagliani è andato alla famiglia di Federico, al fratello, alla madre, al padre, ma anche a tutti quelli che si sono spesi e che “hanno consentito a questa città, di guardarsi in faccia allo specchio ogni giorno”.

“Dieci anni con Federico” ha invece detto Luigi Manconi, presidente della commissione Diritti Umani del Senato, che non ha voluto ridurre la portata tragica della scomparsa del giovane ma che ne ha sottolineato la “fertilità”, lodando la forza dei familiari e degli amici, che hanno fatto vivere il ricordo “oltre quella notte terribile e oltre le ingiurie che hanno seguito la sua morte”.

Al dibattito hanno partecipato, oltre a Patrizia Moretti, due esponenti dei sindacati di polizia: Lorena La Spina, segretario nazionale dell’Associazione funzionari di Polizia e Daniele Tissone, segretario generale di Silp Cgil. La scelta degli “invitati” ha precisato il senatore Manconi “non è stata casuale”. “Abbiamo scelto di non invitare chi ha dato vita ad un’ossessiva campagna di degradazione e denigrazione ai danni di Federico e dei suoi familiari”. Una decisione tesa al dialogo che fa il paio con la scelta comunicata nel luglio di quest’anno da Patrizia Moretti, di ritirare le querele contro il senatore Giovanardi e gli agenti Maccari e Forlani. “Una testimonianza di forza, consapevolezza e sicurezza” ha detto Manconi “che ha consentito di rompere il monolite con cui ci si immagina il corpo di Polizia, consentendo alle fazioni più democratiche di prendere le distanze da quelle più schiettamente fasciste”.

Patrizia Moretti, ha voluto ribadire come “le istituzioni” abbiano “tutto il rispetto dovuto”. Fra le “persone che svolgo il loro lavoro nelle forze dell’ordine” la madre di Federico ha voluto ricordare i tanti messaggi di solidarietà che sono giunti al suo indirizzo. “Sono tanti, dall’interno – ha detto Patrizia Moretti – che si vergognano dell’operato dei quattro che hanno levato la vita a mio figlio, e che si vergognano del fatto che quei quattro siano ancora parte di un’istituzione degna di rispetto”.

Una “battaglia civile”, quella per ottenere la verità “di per sé evidente”, fatta da Patrizia Moretti, dai familiari e dagli amici di Federico “che si è fatta richiesta corale di giustizia” e per questo così forte, che ha portato ad avere “un po’ di giustizia, che non è completamente compiuta”, e che è “difficile da ottenere, ma tendere ad un principio di giustizia credo sia dovuto alle vittime” ha proseguito la mamma di Federico. “La giustizia – ha concluso – deve essere patrimonio di tutti” e sulla decisione di ritirare le querele, Patrizia Moretti ha motivato la sua decisione dicendo di essere alla ricerca di un “dialogo costruttivo, che con quelle persone non era possibile avere”.

Lorena La Spina ha sottolineato come sia necessaria una Polizia “preparata e professionale, che colmi il difetto di preparazione culturale che si è evidenziato”. Alla condotta dei quattro agenti che quella notte uccisero Federico, la funzionaria ha detto di essere certa che “esiste qualcosa di profondamente diverso, anche se spesso la parte del leone la fanno elementi scarsamente professionali”. Daniele Tissone ha invece ribadito ancora una volta la “meschinità degli attacchi indirizzati a Patrizia (Moretti, ndr.)”. Ed ha individuato nel meccanismo “inceppato” della legge 121 una delle cause della degenerazione della Polizia “sempre più composta di elementi provenienti dall’esercito, militarizzata, sempre meno bilanciata nella sua componente di genere”. L’obbiettivo da perseguire, per il sindacalista di Silp Cgil è quello di una “Polizia civile, formata, che rispetti per prima le norme di trasparenza, rispetto e democrazia”. Ma gran parte delle risposte, vanno a suo dire “ricercate nella politica”. Politica spesso colpevole “di uno scellerato patto” ha ripreso il senatore Manconi “con i settori più deteriori del corpo, che accetta salari bassissimi, formazione sempre meno vincolante, in cambio di protezione”. Un patto che, a giudizio del senatore, ha contribuito a rendere un testo “già mediocre” come quello sul reato di tortura, decisamente inoffensivo ed addirittura “peggiore, grazie alle garanzie del ministro dell’Interno”. Il presidente della commissione Diritti Umani del Senato ha invocato “maggiore rigore, da parte delle forze dell’ordine nello svolgere il loro compito” trattandosi dei depositari del monopolio della forza legittima, troppo spesso ritortasi contro “i più deboli, coloro che avevano più bisogno dell’aiuto di tutta la società”.

In chiusura, Patrizia Moretti ha voluto ricordare che, sebbene la vicenda giudiziaria legata a suo figlio possa dirsi conclusa, in ogni grado di giudizio, “i quattro agenti hanno ancora la divisa e sono ancora in servizio”.

Al termine dell’incontro, Patrizia ha salutato tutti i partecipanti, ma il saluto finale, lo hanno dato ancora una volta i ragazzi della Ovest: “Licenziate i poliziotti che hanno ucciso Federico”.

Il video dei tifosi della Spal

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